Indice
Le prime pagine del romanzo
«Ci siamo» dice Nev mentre l’auto abbandona Hubbard Road imboccando Westland Street.
«Come ti senti?»
«Sono così nervosa.»
Le mani di Lana si stringono l’una all’altra in mezzo alle cosce. La camera inquadra quel lembo di pelle nuda tra le calze al ginocchio e l’orlo della gonna a pieghe, sale sul profilo della ragazza e lo mette a fuoco contro il finestrino.
«Cosa ti aspetti?» domanda Nev dal sedile anteriore, inarcando un sopracciglio.
«Non lo so» risponde Lana, le labbra magistralmente schiuse a forma di cuore. «Io... spero solo che sia davvero lui.»
L’auto supera una schiera di villette bianche con prati rasati e utilitarie parcheggiate all’ingresso. Sul cielo torbido, quasi materico, appare scritto Dearborn, Michigan in sovrimpressione.
«Non so come reagirei se scoprissi che Blaxon mi ha mentito per tutto questo tempo...»
«Eccoci» la interrompe Max dal posto di guida, «90, 92... 94. 5794, Westland Street. L’indirizzo che c’ha dato è questo.»
L’auto accosta al marciapiede.
L’immagine è avvolta dal suono ossessivo di un synth.
«Sei pronta?» chiede Nev voltandosi verso Lana.
«Sì» fa la ragazza, con poca convinzione.
«Vedrai, andrà tutto bene.»
Christian posa le forbici sul divano. Distoglie lo sguardo da Mtv e articola i polpastrelli contro il pollice, per assicurarsi di aver tagliato le unghie le più corte possibili.
Mentre compie quel gesto sente le mani perdere sensibilità, diventargli fredde e il panico gli afferra lo stomaco in una stretta. Non è la prima volta che gli succede. Si sfila gli occhiali rotondi, scuote velocemente i polsi e cerca di spostare l’attenzione. Dalla finestra all’undicesimo piano, un pavimento di tetti neri e luci bianche, palazzi bassi mattonati di rosso, macchie verdi, nuvole a picco sul cemento. Un’intera città che non conosce.
Gli occhi di Christian ruotano inquieti per il bilocale. Lo stacco pubblicitario finisce e ricomincia Catfish.
La camera di Max segue Nev e Lana di spalle mentre percorrono la striscia di pietra che attraversa il prato. I capelli lunghi e castani di Lana ondeggiano sulla gonna stretta. La t-shirt bianca annodata sulla pancia lascia scoperto il ventre piatto e la curva morbida dei fianchi. È formosa e alta quasi un metro e ottanta, eppure ad avvolgere la sua presenza è una sorta di malinconica astrattezza che la rende viziosa e allo stesso tempo nostalgica, eterea e seducente, capace di riempire lo schermo e di restituirgli trasparenza.
Mentre quel miracolo di telegenìa avanza, Nev sale sul porticato e suona il campanello all’ingresso.
«Blaxon?»
Non risponde nessuno.
«Blaxon?» insiste Nev a voce alta. «Siamo della trasmissione Catfish, Mtv. C’è qui Lana che non vede l’ora d’incontrarti.»
Max inquadra la tensione sul volto della ragazza, poi lo sguardo interrogativo di Nev.
«Non apre nessuno.»
«L’indirizzo è questo, ne sono sicuro.»
Max attraversa a passo svelto il giardino, attento a non inciampare nei cigni di plastica disseminati tra l’erba.
«La macchina è qui, dev’essere in casa!»
«Provo a chiamarlo» fa Nev, tirando fuori l’iPhone. Il synth aumenta in sottofondo la frequenza.
«L’ha spento.»
«E adesso?» domanda Lana imbronciando le labbra.
«Blaxon, sono Nev. Se senti questo messaggio sappi che non è così che ci si comporta. Siamo venuti fin qui da Orlando apposta per incontrarti. Lana ci tiene veramente a te. Questa è la tua occasione per dimostrarle che anche i tuoi sentimenti sono veri, ok?»
Un vento leggero gonfia la tenda sul porticato e il sibilo riecheggia nella strada deserta. Lana spalanca due occhi grigi e vuoti al cielo.
«Ok, amico... noi restiamo a Dearborn stanotte, ripartiamo domani e, be’, pensaci e fatti vivo. Se vuoi che la vostra relazione diventi reale, be’, credimi, questa è la tua occasione.»