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recensioni di Castelnuovo, E. L'Indice del 2000, n. 02
Quando questa nota sarà pubblicata Nico Orengo avrà certamente scritto un altro libro, e questo perché io sono lento e Nico veloce, velocissimo.Specie quando le sue trame si dipanano tra Ventimiglia, la Mortola, Mentone, Montecarlo, Nizza al massimo, e un po' di arrière pays. Questa volta però va più lontano, e se continua così spero di avere un po' di tempo prima della prossima uscita.In quest'Ospite celeste la terra, difatti, è ben più vasta di quanto non fosse nelle consuete mappe di Nico.Si va, bene inteso, dai Balzi Rossi a Perinaldo, a Montecarlo (e naturalmente a Torino), ma ci si spinge molto più in là: a Pamplona, a Roncisvalle, a Praga, a Parigi, a Venezia, a Lisbona, nelle Canarie, a Buenos Aires e addirittura, ciò che per uno del Ponente è meno scontato, a Recco, nella villa dove aveva vissuto Oscar Saccarotti, delizioso pittore.
Molti luoghi, e lontani, molti tempi, e distanti, quelli dell'oggi, quelli di Josephine Baker, quelli di Tycho Brahe e poi di Keplero alla corte di Rodolfo II a Praga, quelli di Gian Domenico Cassini a Parigi a costruire l'Observatoire per Luigi XIV, molti artisti, molti astronomi in questo libro che è una sorta di ricerca, di quête della leggerezza, del volo, del cielo, delle stelle.Miro, uno dei protagonisti, si schianta ai piedi di Josephine Baker dopo aver tentato il volo di Icaro costruendosi le ali con delle bucce di banana; la navicella spaziale Mir arranca sfiancata lungo le sue orbite; Pepto Bismo, il soldatino di Panamarenko, aspetta alla Biennale il momento di volar via, come le eliche e i "veicoli giocattoli con ali di penne" di Oscar Saccarotti nella "Casa del Pettirosso".
Ognuno cerca la porta di accesso che si apra verso un mondo altro, la cercano i Mutus nel prisma che cattura la luce del sole, la cerca il conte Potocki, che giorno dopo giorno lima la pallina del coperchio della teiera fino a ridurla esattamente al diametro della canna della pistola con cui si sparerà, la cerca nello schermo del computer Miro paralizzato dopo il volo interrotto, la cercano nel cielo Gian Domenico Cassini chiuso nell'Observatoire, Tycho Brahe nella specola di Oranienborg in Danimarca o nel castello di Benatek in Boemia, la cerca, silenzioso, Keplero, nel calcolare l'orbita di Marte, la cerca Nico che, viaggio dopo viaggio, libro dopo libro, si interroga sul senso di una scomparsa, di una morte assurda, quella di Paolo, l'anima dei Mutus. Ma a far da contrappeso alla mistica, all'alchimia, c'è il quotidiano, ci sono i sapori e gli odori della terra.
È il più intricato e il più ambizioso dei libri di Nico Orengo.Un libro sugli artisti e sugli astronomi, un libro sulla morte o, piuttosto, sull'immortalità.
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