L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (1)
Indice
Marcel Maget è una delle figure di primo piano dell'etnologia francese. Allievo di Marcel Mauss, ha collaborato con Leroi-Gourhan e con Lévi-Strauss ed è stato, fra l'altro, direttore del Musée National des Arts et Traditions populaires di Parigi, oltre che autore di un manuale per la ricerca sul campo (Guide d'étude des comportements culturels, 1953) che è diventato un classico degli studi europei. Questo (pubblicato da Carocci con il Museo degli Usi e Costumi della gente trentina e l'Università di Siena) è il primo testo di Maget tradotto in Italia, anche se sono stati intensi i rapporti che lo hanno legato alla comunità scientifica dei folkloristi italiani: a cominciare dall'amicizia che lo ha unito ad Alberto Mario Cirese, fin dai tempi della rivista "La Lapa" (pubblicata a Rieti da Eugenio e Alberto Cirese negli anni cinquanta), sulla quale Maget era intervenuto nel 1954 con un articolo sui rapporti tra storia e antropologia. Il pane annuale, uscito in Francia nel 1989 (cinque anni prima della morte dell'autore), presenta i risultati di una intensa ricerca sul campo condotta a più riprese tra il 1946 e il 1976 a Villar d'Arene, nella valle della Romance, un paese delle Alpi, sui modi, le tecniche, i saperi, le caratteristiche culturali e identitarie che circondavano la lavorazione del pane tradizionale. Per metà di segale, per metà di frumento, questo pane veniva fatto una volta all'anno in novembre e rappresentava, insieme alle patate, la scorta alimentare degli abitanti del villaggio per tutto l'inverno. Alla fine degli anni sessanta quest'uso verrà soppiantato dalla panificazione industriale, per poi riprendere – con altri significati e altre funzioni – nel 1976. Si tratta di un'etnografia esemplare e minuziosa, attenta alla sequenza, alle tecniche e ai luoghi della panificazione; che considera, accanto a tutti gli aspetti della cultura materiale, i diversi ruoli giocati dai panificatori, i valori simbolici e i saperi che delineano la vita comunitaria e i rituali che si intrecciano con la confezione del pane, senza dimenticare il rapporto tra locale e globale che emerge da una ricerca che è condotta tanto in prospettiva storica quanto con un taglio attento alla contemporaneità.
Sandra Puccini
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore