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Giulio II, morto il 21 febbraio 1513, giunge alla porta del Paradiso e si stupisce di non riuscire a disserrarla con la chiave in suo possesso, che è quella della potentia, non della scientia. Ne nasce così una fitta discussione con il Genius, che si limita a poche mordaci battute, e con Pietro, accorso per il gran baccano, alla fine della quale Giulio II resta sì exclusus, ma minaccia di tornare con un esercito e di stringere d’assedio il Paradiso (da notare come il finale pessimistico contrasti con quello dell’Apocolocintosi di Seneca, modello principe della satira erasmiana, ove l’imperatore Claudio è invece condotto agli inferi). La collana "Il vello d’oro" ha già al suo attivo riuscite riproposizioni di testi latini e greci, classici e medievali: questo è il primo d’epoca rinascimentale ed è il benvenuto, per la personalità dell’autore scelto, l’interesse del tema e la cura della presentazione di Paola Casciano. Il latino di Erasmo è affascinante e non cessa di stupire, perché la forma, sempre elegante, viene piegata con duttilità in un altalenarsi di registri, dall’ironico del Genio, al truculento del Papa, al severo e risentito, talvolta stupito e scoraggiato, di Pietro. La traduzione (la seconda integrale in italiano, dopo quella di Giorgio Maselli, Palomar, 1995) è spigliata, ma la sua maggior lunghezza rende in molte pagine impossibile leggerla comodamente con il testo "a fronte". Le note di commento, ricche di indicazioni bibliografiche e con i riferimenti alle fonti, costituiscono un supporto sempre utile al testo, del quale sfuggirebbero altrimenti le allusioni a fatti della vita di Giulio II. L’introduzione lascia invece in qualche caso insoddisfatti, sia per inutili ripetizioni (il paragrafo 4, sulla politica del Papa, si sovrappone al successivo, sul viaggio di Erasmo in Italia; lo stesso dicasi per il problema della paternità dello scritto, trattato ai paragrafi 2 e 3), sia per qualche reticenza a livello di costituzione del testo e di scelta delle varianti. Molto buono, invece, il capitolo sulle fonti, che informa, oltre che sui classici – Plauto, Seneca e Luciano –, anche sulla libellistica contemporanea a Erasmo, oggi del tutto dimenticata. (E.M.)
scheda di Malaspina, E. L'Indice del 1999, n. 09
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