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Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2014
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Che la storia sottostante sia tutta vera, poco importa. E' il racconto del desiderio di libertà più forte e convincente che io abbia letto mai, ed il film che ne fu tratto è se possibile ancora migliore del romanzo.
Questa stupenda autobiografia, che narra parte della vita di Henri Charriere, detto Papillon, è letteralmente impregnata delle vette dell’anima – lealtà, coraggio, amicizia – e i suoi abissi – viltà, paura, odio. La storia è quella di un uomo, accusato di un omicidio mai commesso, che, imprigionato al bagno penale in Guyana francese, vuole a tutti i costi fuggire per vivere da uomo libero. Nei suoi numerosi tentativi di fuga verrà aiutato, e talvolta ostacolato, da altri detenuti. Il libro giunge al culmine quando lo stesso Papillon narra di aver provato empatia per alcuni suoi nemici – morti e gettati a mare – desiderando che non fossero sbranati dai pescecani. C’è tanta umanità: da leggere, anche perché il film che ne è stato tratto non rende la bellezza delle sue pagine.
Papillon. Otto lettere, le stesse della parola "denuncia". Papillon è una denuncia. Un romanzo che si aggiunge alla voce di Zola con il suo "J'Accuse". Perché come Dreyfus, Papillon è una vittima dell'imperialismo e del colonialismo francese. La vita che conducevano i prigionieri della Guyana Francese era tutto tranne che dignitosa. Spesso ci finivano persone innocenti, come nel caso di Henri Charrière, molti di coloro che partirono non fecero più ritorno in Francia. Così si scopre un velo di Maya. La verità dietro ad un paese che finge di essere illuminista, assurgendosi a portatore di ideali quali: libertà, uguaglianza, fratellanza nascondendo però tanto marcio e tanto degrado, un'avventura piena di insidie di pericoli. Un solo obiettivo: restare umani e sperare nella tanto agognata libertà!
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