Il nuovo libro di Giovanni Tesio, Parole essenziali,si muove sullo stesso crinale che l'autore aveva percorso nei Più amati, anch'esso pubblicatodalla casa editrice Interlinea nel 2012. Da un lato sta la vita e dall'altro la letteratura, che sono distinte ma non separabili e che, pur non coincidendo, vivono di reciproca tensione. Il sottotitolo del libro è Un sillabario e indica una precisa filiazione letteraria (in parte il Diario ultimo in cuiLalla Romano si era cimentata nel compito arduo di "mettere un intero libro in una pagina, una pagina in una frase e quella frase in una parola", e poi I sillabari di Parise e La nuova enciclopedia di Savinio). Il progetto dell'opera è ben delineato nella prefazione: quattro paginette e mezza in cui compaiono undici autori, "convocati", come afferma Tesio, a dar ciascuno la propria testimonianza. La parola "convocazione" non è presente nel sillabario ma è costituiva del libro. Sono convocati, i molti scrittori citati e, analogamente, sono convocati i lettori. Talepotere di convocazione è poi, in generale, lo specifico della letteratura, ed è quel potere che porta a mettere tra parentesi la vita vera e, nello stesso tempo, in un complesso gioco di specchi, getta sul mondo reale una luce che ne modifica la percezione e innesca il desiderio di un mondo più felice e migliore rispetto a quello che ci è dato in sorte. Tesio propone un elenco di parole "essenziali": progetto inattuale in un'epoca in cui tanto facile sarebbe dar seguito al flaubertiano Dictionnaire des idées reçues, e mettere insieme un florilegio di parole "esiziali", di parole vuote di contenuto, di parole che suonano false perché pronunciate da chi opera attivamente perché si affermi nella realtà il loro contrario (si pensi alla fastidiosa ricorrenza nel discorso politico di parole come "merito", "condivisione" e "inclusione", "legalità", "regole"
). La cifra di Parole essenziali consiste nell'armonia, parola che non figura come lemma del sillabario ma che ritorna in tante altre voci e attraversa la scrittura di Tesio, precisa come una freccia, dalla prefazione sino all'ultima voce (non a caso, "Voce"). A volte è l'armonia che si lega alla bellezza; ma è soprattutto l'armonia ribelle che prevale, quell'armonia che nasce dalla continua tensione dei contrari, emblematicamente simboleggiata da un frammento tratto da un romanzo di Auster, che descrive un gruppo di uomini e donne neri, sudati, chini sotto un sole sferzante (lavoratori, è precisato, e non schiavi), sparsi in un campo polveroso, ingombro di pietre, intenti a spaccarle con scalpello e martello; ognuno batte la propria pietra, ognuno segue il proprio ritmo e tutti insieme producono un'armonia ribelle, un suono che non abbandona più chi lo ha udito, perché ha a che fare con la nostra umana finitezza, con il dolore del mondo, con la verità, con il riscatto possibile, forse, ma sempre rinviato. Giovanna Lo Presti
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