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Anno edizione: 2003
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Penso che sia uno di quei libri che ti fanno capire i veri valori della vita come: l'amicizia,l'amore,il sesso,la violenza. Un esaltazione narrativa di tutto questo!!
Recensioni
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La Pasqua Rossa di Alberto Bevilacqua è un avvenimento editoriale per almeno due motivi. Innanzitutto è il romanzo dalla gestazione più lunga fra tutti quelli dello scrittore parmigiano: scritto in prima stesura negli anni Cinquanta e mai pubblicato, come La polvere sull'erba, è stato ripensato più volte a intervalli periodici e riscritto quasi integralmente negli ultimi mesi. Una specie di ossessione che ha accompagnato la carriera letteraria di Bevilacqua e che solo ora è riuscita a prendere la sua forma definitiva. Il secondo motivo è che La Pasqua Rossa è un romanzo di rara potenza narrativa e metaforica: riesce a coniugare il piano della precisa rievocazione di un'epoca (l'immediato dopoguerra, l'Italia che riemerge dalle macerie) con la creazione di un'atmosfera simbolica, quasi shakespeariana, in cui tutti i personaggi si muovono sulla scena di una grande recita sul nulla delle esistenze e della storia. Il personaggio di Ezio Barbieri, leggendario protagonista della cronaca nera milanese degli anni Quaranta e capo della rivolta di San Vittore scoppiata nei giorni di Pasqua del '46, ci porta nei luoghi della Milano di allora: la vecchia malavita con i suoi personaggi e i suoi rituali, le balere dove il Barbieri arrivava con la sua splendida Aprilia nera e col mitra sottobraccio, e faceva innamorare decine di ragazze. Ma Barbieri, nel romanzo di Bevilacqua, è anche l'istrione che costruisce, per se stesso e per tutti, una grande illusione. Un corteggiamento della morte che è anche un esorcismo per allontanarla, una performance teatral-esistenziale che la vinca, o la metta tra parentesi, come solo un'opera d'arte può fare. La sua mitologia personale è alimentata da lui, dai suoi amici, dalle sue donne, dai suoi avversari (questore, poliziotti), dai giornalisti, dalla gente comune. Tutto, in lui, è finzione, ma tutto è anche realtà perché la leggenda può essere più veritiera della cronaca. Barbieri non è un vero politico, anche se la rivolta che lui cerca di guidare si tinge di ribellismo antiborghese. Ma la sua visione di un'Italia dominata dalla corruzione e dagli intrighi dei potenti è sinistramente profetica e svela in anticipo le contraddizioni e i mostri che popoleranno l'Italia degli anni a venire. Il clima che si vive a San Vittore durante l'assedio della polizia e dell'esercito è quello da ultimi giorni prima della fine. Qualche carcerato più ingenuo crede davvero che la rivolta avrà un esito positivo. Non certo Ezio Barbieri che vuole fare la sua ultima recita, dare un ultimo spettacolare segno di sé nel mondo.
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