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La legge 14 febbraio 2006, n. 55, introduce nell'ordinamento italiano il patto di famiglia, modificando l'art. 458 c.c. ed inserendo nel corpo del codice civile gli artt. 768-bis, ter, quater, quinquies, sexies, septies e octies.
Il patto di famiglia è, o meglio dovrebbe essere, lo strumento per assicurare che la continuità di un'impresa operante sul mercato non sia compromessa dalle vicende successorie riguardanti i beni produttivi che ne consentono l'esercizio.
Il commentario offre una prima lettura della legge n. 55 del 2006, imperniata sull'esegesi delle norme e sull'individuazione della portata precettiva delle stesse, nella consapevolezza che la trattazione delle questioni classificatorie e, se necessaria, l'elaborazione di nuove categorie dogmatiche rappresentano il posterius, e non il prius, rispetto all'analisi del testo normativo.
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