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Interventi al Liceo vicentino di tre ex allievi di Faggin un anno dopo la sua morte. Franco Volpi, Che cosa è stato per noi G.F. ricorda l’educazione trasmessa alla lettura e al libero pensiero, Faggin incarnava in filosofia lo spirito del platonismo. Attratto anche dalla storia dell’occultismo, perlustrando il «palagio degli incanti». Ha portato un contributo determinante all’urbanizzazione culturale della provincia vicentina. Emilio Renzi, Le ragioni dell’insegnante: ricorda e argomenta più fatti a partire dall’immagine di Faggin presenza costante e significativa tutti i pomeriggi alla Biblioteca Bertoliana ove «si sapeva che studiava delle cose difficili, delle cose rare, delle cose straordinarie». Molti i testi e persone indicate. Per Faggin l’imperativo categorico di Kant non è un’istanza di autorità e forse nemmeno di dovere, certamente non di potenza e meno che mai di carriera: in interiore homine habitat veritas una delle sue frasi preferite.Giangiorgio Pasqualotto, Le ragioni della mistica: Faggin ha saputo indiviudare i nessi intrinseci e potenti che stringono insieme rigore razionale ed intuizione mistica. Nodo problematico in cui tensione razionale ed esperienza mistica si incrociano e sostengono a vicenda. Plotino la ragione non riesce a definire la realtà suprema, l’Uno, se non per via negativa. Eckart: anche qui assoluta esigenza dell’Unità, principio metafisico, senso religioso della vita, fine ultimo delle azioni. Unità concepita come vita. Schopenhauer culmine dell’ascesi è rappresentato dalla negazione della Volontà (Noluntas) ma sempre atto della volontà. A differenza di Plotino e Eckhart in Schopenhauer una volta giunti in vetta dell’itinerario spirituale, tutte le tappe del cammino seguito - comprese tutte le espressioni della razionalità – vengono rinnegate come impure, quindi abbandonate. Una persona dedicata (nella vita come nella professione) alla ricerca e all'insegnamento, anzi all'educazione. Rare oggigiorno.
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