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Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2016
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Cè poco da dire Scarrow è una sicurezza altro grande romanzo
Come al solito Simon Scarrow, con l'espediente di Macrone e Catone ci fa conoscere molte sfaccettature della vita in una legione e degli aspetti tattici di una guerra. Molto fedele la rappresentazione dei luoghi della provincia Britannica e delle popolazioni indigene. Come ogni altro romanzo di questa serie, ricco di suspense e di colpi di scena. Simon Scarrow ha ancora colto nel segno. Avvincente.
Incredibile. Dall’inizio alla fine. Una narrazione scorrevole e molto intensa, con un’ambientazione decisamente vivida e quasi... catastrofica. Una storia epica e ricca di risvolti tragici. Uno dei migliori della saga. Nel tentativo di sferrare un attacco decisivo capace di piegare definitivamente lo spirito di resistenza dei nativi la forza dei romani potrebbe improvvisamente trasformasi in vana arroganza. E questa volta il prezzo da pagare sarà molto alto. Insomma un libro eccezionale. Anche se un piccolo difetto c’è. Ho trovato un po’ esasperata, tirata per i capelli, la critica alla classe agiata romana. Ad esempio in questo libro quanto nel precedente comincia a essere troppo ridondante il fatto che Catone sia l’unico tra gli alti ufficiali ad avere un minimo talento per il comando e per coincidenza sia anche quello dalle origini più umili. Essendo il protagonista, assieme a Macrone, è giusto che abbia un ruolo di spicco, ma è possibile che tutti gli altri siano degli inetti? Possibile che non ci siano patrizi, escludendo Vespasiano, con un minimo di abilità strategica? Se è vero mi sorprende che i romani, governati e guidati per secoli da tali inetti, siano riusciti a creare un simile impero. Perché Scipione l’Africano era un patrizio, e anche Emilio Paolo, Giulio Cesare, Silla e tanti altri... questi figli di papà non sembrano degli inetti. Ma forse sbaglio, forse dovrei anch’io generalizzare e criticare un certo gruppo solo perché non ne faccio parte. Grandi e inetti si trovano sia tra i patrizi che tra i plebei, sia che si cresca per strada sia che si cresca nei palazzi, oggi come allora. Quest’ultimo più che un difetto è una forzatura, forse un po’ troppo presente, ma comunque non sminuisce l’eccezionale lettura.
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