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Ci sono tematiche che più di altre toccano le corde più intime e profonde dell'animo umano. Alcune di queste lambiscono aree oscure, zone nelle quali solo pochi autori hanno il coraggio di avventurarsi per indagare e svelare ambiti e paure che paiono trattenerci, a stento, sul bordo scivoloso di un precipizio. Ed il solo volgere lo sguardo, atterriti, verso quelle profondità insondabili, dolorose e disperate ci riempiono di uno sgomento terrificante. Questo l'argomento che, coraggiosamente, si tratta nel libro che oggi andiamo a presentare. Ho letto questo libro con un tonfo al cuore, con un crescendo di disgusto, di rabbia e di dolore, quasi fisico, che mi attanagliava, con crudeltà, le viscere ad ogni pagina che sfogliavo. Sono giunto alla fine con un senso di rabbia a stento trattenuta e di profonda, dolorosa inquietudine alla quale non sapevo porre un argine. Come una diga che a stento riusciva a contenere il senso di profonda e straripante ripugnanza che rischiava di travolgere i limiti della mia turbata e dolorante coscienza. Un libro profondo, doloroso, terribile che muove le corde più intime della indignazione e della rabbia per la matta bestialità umana ma che mostra, in lontananza, anche una flebile ma tenace luce di speranza e di riscatto. Il libro come un mare irrequieto che si increspa, a tratti impetuoso ma a tratti dolce, avvolgente e ammantato di speranza, tra le onde di un destino assurdo e doloroso. Come un macigno, un peso insopportabile ed atroce che comprime ed opprime la mia sensibilità di uomo. Uno sguardo indagatore che, con il pudore e la delicatezza che caratterizza l'autrice, ma anche con lucida e sconsolata determinazione, scruta i recessi più reconditi dell'animo umano, mettendo a nudo le pieghe nascoste ed oscure di una società spesso egoista, distratta, lontana e chiusa nell'incapacità di prendere posizione e consapevolezza delle storture e della follia disperata con la quale spesso convive senza averne coscienza e, talvolta, ...
Ho acquistato questo romanzo in un periodo in cui ho lavorato seppur per breve tempo in una libreria. Vedevo che andava a ruba e ho fatto appena in tempo ad accaparrarmi l'ultima copia prima andar via. L'ho letto molto facilmente grazie al linguaggio semplice e diretto col quale l'autrice ha trattato un tema così duro. L'argomento mi ha messo i brividi ed aiutato a pormi delle domande riguardo persone e situazioni che mi circondano nella vita reale. Ho trovato punti in comune con tante storie nascoste di violenza. Fa riflettere. Il mio augurio è che l'autrice, nonostante il suo impegno come Magistrato, non smetta mai di scrivere. Ha tanto da dare perchè riesce a trasmettere un'umanità che va oltre la toga che indossa in tribunale ogni giorno. Complimenti all'autrice e alla Casa Editrice!
Appena finito... tremendo, nel senso che la storia reale che qui viene raccontata è un vero e proprio pugno nello stomaco. Asciutto, senza fronzoli, per descrivere l'abisso in cui è calata la protagonista non c'è bisogno di artifici. Lo stile è ruvido, a volte lapidario, ma è proprio questo che apprezzo in questa autrice. Non so se ha scritto dell'altro. Nella copertina ho letto che è un magistrato. Quindi conosce molto bene la realtà di cui parla. Questi libri servono... occorre divulgarli perché credo che solo così si possa formare un opinione condivisa contro abusi e violenze, sui minori e sulle donne. Brava Capone. Aspetto un prossimo lavoro. Marcella
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