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Anno edizione: 2002
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Il precedente «Done With Mirrors» (Geffen, 1985), comeback della line-up originale degli “strangolatori di Boston”, già dominatrice dei Seventies ďOltreatlantico, aveva infiammato ľentusiasmo della critica (miglior album delľanno per «Kerrang!»), ma non aveva ricevuto un adeguato riscontro di vendite, che negli States si erano assestate sulle 350.000 copie circa. La label produttrice, tuttavia, non aveva fatto mancare il proprio supporto, venendo ampiamente ricompensata con questo «Permanent Vacation» che, pubblicato nelľagosto del 1988, si presenta sin dalle prime note come un’opera veramente consustanziale con ľessenza medesima del rock’n’roll americano. Ľopener del platter è rappresentata da «Hearťs Done Time», traccia hard di grande energia, che dà spazio ad ambedue le soliste, mentre nella successiva «Magic Touch», è il lavoro incandescente di Perry a svettare sulla texture, opportunamente sostenuto da una linea tuonante di basso. Segue «Rag Doll», autentica hit delľalbum, in grado di coniugare, in maniera davvero inedita, la carica viscerale del puro rock col flavour, saturo di feeling, degli arrangiamenti della sezione fiatistica, impostati su sorprendenti registri di matrice jazz e dixie. Aspra e dinamica, la melodia di «Simoriah» risulta contrassegnata dalla vigorosa performance chitarristica di Joe “too Bad” Perry, mentre «Dude Looks Like a Lady» è un boogie irriverente e, al contempo, una sceneggiata volgare e sguaiata, in puro Aerosmith-style. «St. John» costituisce un ritorno alle radici rythm’n’blues, ed è immediatamente bissata da «Hangman Jury», caratterizzata da una intro bucolica e paludosa, in schietto stile Delta-Blues, e contrappunta dalľarmonica di Mr. Tyler. Seguono: «Girls Keep Coming Apart», dove viene riproposto il dialogo fra ľaxeman e la sezione fiati; la ballad coreografica «Angel», il cui sensazionalismo orchestrale rievoca le atmosfere di «You See Me Crying»; la title track; la cover beatlesiana «I’m Down» e la strumentale «The Movie».
Ottimo album, in questa versione i suoni sono nitidi e curati. Questa band non si smentisce mai!
Un ottimo disco rock, con venature e sonorità tipicamente anni ottanta, che pur avendo avuto motlo successo, non rimane un disco prodotto per riempirsi le tasche, ha molto di più, aggiunge qualcosa di nuovo, mai visti assoli di chitarra così virtuosi e ben curati in un album di rock potenzialmente commerciale. Da avere. Anche se ha venduto molto di più, nella qualità sonora, "Get A Grip" è decisamente inferiore e molto più "commerciale".
Recensioni
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