L’invocazione della classica psichedelia della West Coast che permea il debutto di Morgan Delt per Sub Pop ha il sapore di un’alba continua, non nasconde le sue influenze ma filtra perfettamente le sue canzoni attraverso una lente diafana che offusca ed oscura. Siamo sicuri che sia ancora possibile anche dopo aver visto una miriade di maghi del riverbero creare la propria versione di questo genere? Può essere davvero creato qualcosa di davvero diverso nel regno dell’essere sia originali che riverenti? Pensiamo sia sicuramente il caso del nostro uomo. Dopo aver realizzato una cassetta da 6 brani nel 2013 seguita dal suo album d’esordio per l’etichetta Trouble In Mind, il nativo della California ora perfeziona il suo mondo sonoro esteriormente piuttosto che focalizzandosi su una traiettoria specifica, consentendo a tutte le sue influenze di coesistere insieme in una visione unica ma senza dubbio californiana. I risultanti 10 brani, eseguiti interamente da Delt, registrati nel suo studio nel Topanga Canyon e masterizzato da JJ Golden, sono una costruzione casalinga ad altà fedeltà, con un carattere più sottile e stimolante per il cervello del suo predecessore, ed in qualche modo riflettono una versione realistica della fantasia flower power del 1967. Cosparsi di echi e foschia, giri di accordi lenti come le onde del Pacifico, affiancati da dolci sussurri di voci multi-traccia e chitarre fuzz, circondano con calma la testa di chi ascolta più di quanto colpiscano la corteccia cerebrale. La cosa grandiosa nell’approccio di Delt a tale storia è che a differenza di troppi dei suoi cosiddetti colleghi psych-rock di L.A., non è una questione di posa. Ci vuole una mente creativa per fare musica rock psichedelica – tablas, drones, effetti vocali allucinatori e tutto il resto – senza cadere nei clichè del genere, ma Delt sa trasformare quello che normalmente sarebbe un oscuro viaggio droghereccio in un’esperienza d’ascolto più amichevole ed ottimistica.
Leggi di più
Leggi di meno