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Anno edizione: 2016
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Raccolta di scritti della Ortese che pone l’accento sulla quasi totale mancanza di rispetto dell’essere umano (“contenitore di viscere, “scimmia degradata”) nei confronti del creato. La scrittrice non ricorda soltanto i miliardi di animali uccisi annualmente, mensilmente, quotidianamente, ogni ora, minuto e secondo, ma anche la mancanza di sensibilità nei confronti della flora e perfino delle “cose” inanimate: l’acqua, l’aria, la terra. Le rocce. Una denuncia appassionata che toglie il fiato al lettore e che non intende partire da nessuna convinzione religiosa. Gli strali della Ortese infatti non risparmiano il papa polacco che, in un intervento del 1981, spronava i brasiliani - e non solo loro, messaggio trasmesso in cento lingue - a “soggiogare la terra”. Invito con tutta evidenza assai ben recepito. Una condanna senza appello (e poca speranza aggiungerei) nei confronti della autolesionista visione antropocentrica del mondo.
Questo libro è un gioiellino e ogni persona "vera" dovrebbe amare le piccole persone
Il libro raccoglie diversi articoli brevi che la Ortese ha dedicato alle Piccole Persone (gli animali) ma anche alla natura in generale. Sono vegano da 10 anni e credevo di essere discretamente informato sul dibattito intorno alla questione animale. Invece ignoravo totalmente questo aspetto della Ortese e non esito a definire un avvenimento questa pubblicazione (anche se alla fine dirò di una zona d'ombra). Non ho mai letto tanta radicalità di pensiero in soccorso ai popoli muti (così anche definisce gli animali) e tanto disprezzo per la disumanità dell'Uomo (che la Ortese arriva a definire, sprezzante verso la sua dimesione cognitiva, "contenitore di viscere"!). Assolutamente da leggere e meditare. Anni fa un gigante della nostra cultura, Sebastiano Timpanaro, coniò il termine "marxismo-leopardismo" per indicare due visioni del mondo che, integrandosi, ne davano ragione. Se non fosse impronunciabile lo estenderei in "marxismo-leopardismo-ortesismo"e avremmo una visione totale della condizione umana. Un accenno, per finire, alla zona d'ombra su accennata. Dalla biografia che L. Clerici ha dedicato alla Ortese si apprende qualcosa (pgg.635-637) sull'alimentazione della stessa che risulterebbe essere onnivora, addirittura in conflitto col fratello vegetariano! Nella speranza che qualche recensore getti luce su questa ombra chiudo con questo amaro in bocca.
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