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Di fronte all'agonia della natura e al declino dell'arte, la visione del pittoresco offre anche oggi utili insegnamenti e prospettive.
scheda di Garelli, G., L'Indice 1996, n. 6
La ricostruzione della genesi e dell'evoluzione del moderno concetto di "pittoresco" proposta da Raffaele Milani offre l'occasione per approfondire un capitolo di quella storia delle idee che, oltre a guidare attraverso la lettura di autori spesso un po' trascurati (Gilpin, Price, Knight), nel delinearne i momenti salienti fornisce spunti per tematizzare problematicamente la stessa nozione di "categoria estetica" (tema al quale Milani ha dedicato un pregevole studio nel 1991). Alcuni fondamenti teorici del lavoro sono espliciti - su tutti, la riflessione di Rosario Assunto (cui è dedicato specificamente il sesto capitolo, su "Estetica e paesaggio"); altri si rivelano a poco a poco nel corso della lettura: intanto, ovviamente, A.O. Lovejoy; ma anche la 'Problemgeschichte' che fa da sfondo alla riflessione estetologica di Tatarkiewicz. Si tratta comunque di strumenti che Milani adatta all'oggetto della sua inchiesta. Dalla seconda metà del Cinquecento in poi, infatti, attraverso una storia tortuosa, la categoria di "pittoresco" si definisce e determina il gusto dell'epoca in una serrata e inesausta dialettica con quelle di bello e di sublime: "Il pittoresco è una estensione del piacevole, riferito a oggetti e rappresentazioni ritenuti, dalla concezione classica del bello, incapaci di destare un piacere estetico; il sublime è un riconoscimento estetico dello spiacevole e del dolore", secondo una delle tante, possibili definizioni storiche. Una dialettica però anche tra arte e natura (quella natura oggi "orribilmente devastata, sfigurata e mutila": così è suggerita in apertura, con discrezione, la viva attualità teorica del tema) e, nell'ambito dell'arte, tra pittura e poesia, oggetto conosciuto e soggetto conoscente. Una dialettica che non ammette semplificazione, e che se portata fino in fondo può condurre a una revisione delle stesse categorie di barocco, di classico e di romantico. Segnaliamo in conclusione che il libro ha il pregio di offrire, oltre a un'ampia sezione bibliografica, un'appendice (purtroppo in bianco e nero) di esempi illustrativi del modo di interpretare (anche) il pittoresco da Poussin a Turner.
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