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scheda di Baiocco, S., L'Indice 1996, n. 1
Prima tappa di un impegnativo percorso che si intende dedicare alla pittura in Europa, l'opera propone una sintesi dei principali nodi della storia pittorica nazionale, a partire dalle testimonianze medievali superstiti fino alle più recenti esperienze degli artisti contemporanei. I capitoli, ben bilanciati, permettono di seguire i temi della geografia artistica nella penisola iberica che a volte lasciano spazio a brevi incisi monografici dedicati ai pittori più famosi. Questo avviene soprattutto nel capitolo dedicato al "siglo de oro", dove Zurbar n, Vel zquez, Murillo risultano emergenti per importanza, ma inseriti in una fitta trama di presenze che dà conto della committenza rigorosa del clero e degli ordini religiosi, mentre le fonti di aggiornamento per gli artisti rimasti in Spagna, ovvero le opere dei maestri stranieri che animano le quadrerie nobiliari e di corte, vengono citate ma non illustrate. La priorità infatti viene data, come è giusto trattandosi di pittura "spagnola" e non "in Spagna", alle opere dei pittori locali, se pure anche nella stagione tardogotica numerosi interventi forestieri sono evocati già dai nomi: si vedano i vari Juan "de Flandes", Nicol s "Francés" e Jorge "Inglés".
La scelta di percorrere le aree geografiche è di Pérez Sanchez, che nell'introduzione sottolinea la qualità delle opere e la fortuna critica raggiunta da tempo dalla scuola spagnola. Di questo avanzamento degli studi si trova conferma nei due tomi, fin dal primo intervento illustrato da una stupefacente sequenza di miniature accostate agli affreschi staccati.
I testi possono risentire a volte della pressione data dalla necessità della sintesi estrema, ma riescono comunque a fornire un quadro di insieme ricco e modulato anche grazie al consistente apparato illustrativo (eccellente quello a colori), che riproduce spesso le opere nel loro ambiente e che presenta una straordinaria serie di polittici ancora provvisti della carpenteria originale. Per quanto riguarda i necessari riferimenti agli studi precedenti, all'assenza di note supplisce una bibliografia finale; la sua sistemazione in ordine cronologico avrebbe però favorito una più immediata percezione del crescere delle conoscenze. L'opera non è immune da incidenti redazionali, come quelli che vedono sdoppiare la personalità di Michael Sittow (che compare anche come "Michel Sithium o Zitow") o che inducono a distinguere la città di Lérida (in castigliano) da Lleida (in catalano). Rispetto al precedente della "Pittura in Italia", dispiace poi che sia stato inevitabile sacrificare la sezione delle biografie degli artisti, mentre colpisce in positivo una novità nelle didascalie, che recano la datazione delle opere riprodotte.
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