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Poesia e fotografia - Yves Bonnefoy - copertina
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Poesia e fotografia

Descrizione


In queste pagine, Yves Bonnefoy indaga gli effetti dell'introduzione del processo fotografico sulla società, e in particolare sulle opere e il pensiero degli artisti che per primi, spesso inconsciamente, ne subirono la fascinazione. E lo fa a partire da un'attenta rilettura di testi quali "Igitur" di Mallarmé e "La notte" di Maupassant. Come rileva Antonio Prete nell'introduzione, tutti i grandi temi che attraversano la scrittura di Bonnefoy, "l'assenza e la presenza, la parola e l'immagine, lo sguardo e il visibile, la singolarità irripetibile del vivente e il caso, l'istante e il fuggitivo", vengono qui dispiegati per far luce su un passaggio chiave nella formazione della sensibilità moderna e cogliere, attraverso la lente della poesia, i pericoli e le potenzialità insite nell'invenzione di Daguerre.
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Dettagli

2015
8 aprile 2015
113 p., Brossura
9788897332633

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alida airaghi
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Antonio Prete nella prefazione afferma che secondo Bonnefoy la poesia ha il compito di dispiegare il visibile (l’immagine, in tutte le sue declinazioni) alla luce della parola, avvicinandosi al respiro delle cose, al loro mostrarsi nella nudità, e facendole parlare. Si accosta in tal modo alla visione bloccata ed eternizzata della fotografia. “Le grandi questioni che attraversano tutta la scrittura di Bonnefoy, l’assenza e la presenza, la parola e l’immagine, lo sguardo e il visibile, la singolarità irripetibile del vivente e il caso, l’istante e il fuggitivo tornano e si riformulano intorno a quella vita particolare del soggetto e del mondo che sta nella fotografia”. La precisione nella rappresentazione dei dettagli, offerta per la prima volta dall’invenzione di Daguerre a metà ’800, rivoluzionò il modo di raffigurare la realtà anche nella pittura e nella scrittura. Bonnefoy innesta la riflessione sull’origine della fotografia nel commento a Igitur, un testo di Mallarmé che narra l’esperienza orrifica di una notte trascorsa a meditare sul vuoto, il nulla, l’assenza, lo scorporarsi delle apparenze. Il poeta simbolista tentava di perseguire la bellezza attraverso un susseguirsi di “distruzioni” di ogni forma di sapere e di illusione, compresa quella di Dio, per ridursi alla pura coscienza del sé materiale. La cancellazione radicale di ogni concettualizzazione e verbalizzazione, restituiva così alle cose e al mondo oggettivo la loro positiva evidenza, “nel loro esserci sensoriale più immediato, più pieno”. Poesia e fotografia, ciascuna con i propri mezzi espressivi, possono mostrare, nello sfondo oscuro del senso, il lampo di una presenza, la concretezza di un particolare, l’ossessione di un volto, anche quando vengano subito riassorbiti dal buio del giorno e della memoria. “La fotografia è pericolosa. Il moltiplicarsi all’infinito delle fotografie che colgono solo il fuori della vita può contribuire alla fine del mondo”, commenta Bonnefoy.

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Yves Bonnefoy

1923, Tours

Poeta francese, saggista, traduttore e storico dell'arte, comunemente riconosciuto come il poeta più importante della sua generazione. Temi centrali dei suoi lavori sono l'esistenza, la natura, la morte e il ruolo della poesia. Movimento e immobilità di Douve (1953, nuova trad. italiana Einaudi 2000).Yves Bonnefoy nasce in una famiglia proletaria. Suo padre lavora come assemblatore di locomotive. Sua madre è un'insegnante e segue l'educazione del figlio.Inizia a scrivere molto presto e nel 1934 entra al Lycée Descartes a Tours. Studia matematica e filosofia all'Università di Poitiers e alla Sorbona e si laurea in Filosofia all'Università di Parigi.Dopo la guerra viaggia in Europa e negli Stati Uniti e studia storia dell'arte. A Parigi si avvicina al...

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