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scheda di Riera Rehren, J., L'Indice 1989, n. 3
È mai esistito un surrealismo poetico spagnolo e in quali rapporti col movimento francese? Vittorio Bodini non ha dubbi sulla legittimità della questione, anche se la critica iberica e gli stessi poeti interessati hanno sempre negato o relegato entro confini stretti qualsiasi rapporto tra quel prodigioso fenomeno che è stata la poesia spagnola della prima metà del secolo e la cultura oltrepirenaica. La riedizione dell'ampia antologia poetica di Juan Larrea, Gerardo Diego, Rafael Alberti, Federico Garcia Lorca, Vicente Aleixandre, Luis Cernuda, José Moreno Villa e Manuel Altoaguirre, preceduta dal lungo saggio di Bodini, include una prefazione a cura di Oreste Macrì nella quale vengono spiegate le alterne fortune incontrate dentro e fuori la Spagna dallo sforzo critico bodiniano teso a rintracciare la presenza dell'anima surrealista nel corpo della "Generacion del '27". In realtà l'oggetto dello studio diventa appunto questo movimento generazionale - "somma di fervori comuni, di simpatie e antipatie, ma soprattutto un coordinato sistema culturale" - all'interno del quale spiccano i nomi di Dalì, Picasso, Bunuel, Aleixandre, Alberti, Lorca, più facilmente assimilabili in certi momenti della loro evoluzione artistica al surrealismo storico degli anni venti e trenta. L'antologia ritaglia una linea orizzontale che attraversa la generazione e i singoli del '27 (data legata al centenario di Gongora) stabilendo un netto confine tra la "poesia pura" e la "nuova poesia", debitrice delle correnti profonde del barocco ispanico, del modernismo e dei movimenti di avanguardia culturale e politica insieme ai quali affronterà la prova decisiva della guerra civile, la sconfitta, l'esilio, la morte.
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