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L’antropocene è finito: il virus è un puro movimento virale, non oggetto, puro divenire. Concetto di concatenamento e di rizoma Deleuze-Guattari. Serres concetto simile di turbine. La natura è il luogo del clinamen Lucrezio, dei concatenamenti che formano ulteriori turbini,che poi si scioglieranno nel flusso del divenire. Il mondo, come il virus, continua a cambiare sfuggendo al dualismo (determinismo/indeterminismo). La vita non decide di vivere, è questo viversi della vita. Materialismo aleatorio di Althusser: un mondo che sfugge al controllo umano La radicale coincidenza col mondo: la morale degli incontri è a posteriori. Il mondo ha dietro di sé innumerevoli sensi: prospettivismo Nietzsche.Proviamo a pensare col virus Latour nelle molte sfumature metafisiche tra la piena causalità e la pura e semplice inesistenza. Le metafisiche cannibali (Viveiros de Castro: foresta amazzonica). Il rizoma è un’anti-genealogia: l’infezione non è lo stato eccezionale della vita. Concetto di olobionte (Margulis vd Haraway): dopo l’Antopocene si apre il tempo dei concatenamenti (collaborative survival). Il virus è per l’ontologia quello che Auschwitz è stato per l’etica e la religione vd. Adorno. Superare dualismo metafisico soggetto-oggetto Heidegger. Entra in crisi anche nostra capacità di comprendere il mondo nel fondamento infondato del linguaggio Wittgenstein. Il virus sta mostrando che la distinzione grammaticale fra cosa ed entità vivente non è più operativa: l’indimostrabile proposizione grammaticale che il virus sia un oggetto e nominato. Il virus si rifiuta di prestarsi a questa operazione metafisica: collassa la distinzione fra empirico e grammaticale, cioè fra certezza e dubbio, fra sfondo e figura. Senza significati rovina tutto l’edificio del linguaggio. Il virus pone il dubbio prima della credenza (il bimbo crede agli adulti). Non si può arrivare alla certezza. La difficoltà consiste nel riuscire a vedere l’infondatezza della nostra credenza. Stimolantissimo
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