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Il festival del buonismo politicamente corretto. La Gruber usa uno stile di scrittura accattivante, né con troppe descrizioni, né con poche, e sa sfruttare il lessico per interessare il pubblico. Questo per quanto riguarda la forma. Per quanto riguarda la sostanza, stendiamo un velo pietoso. Nonostante tratti diversi argomenti, sembra che tenga fuori proprio quelli più compromettenti, come la Taqiya, l'arte islamica della dissimulazione, secondo cui i musulmani mentono, anzi, sono incitati dal Corano a mentire agli infedeli per ottenerne vantaggi, è la loro prassi abituale. Non critico solo le omissioni, ma anche una tendenza, che ha anche nel suo programma Otto e Mezzo, di zittire chi parla male dell'Islam, o di decontestualizzare le parole di personaggi scomodi perché appaiano male, come succede nel capitolo in cui narra del "Settembre nero italiano", in cui, più o meno volontariamente, denigra, senza capirne i concetti, Giovanni Sartori per il suo libro in cui parla male degli islamici. Lo posso affermare perché ho anche il suo libro, ed esprime concetti che la Gruber travisa completamente. Dopo tutto, era noto che fra la Gruber e Sartori ci fosse molta ruggine, soprattutto per la fortissima contrapposizione ideologica fra i due. Inoltre, in tantissimi capitoli si dimostra fin troppo evidentemente faziosa ed elitaria. Complessivamente, non vi consiglio di comprare "Prigionieri dell'Islam" perché non è un libro onesto, sembra scritto per rassicurare il pubblico di ascoltatori che indefessamente guarda Otto e Mezzo.
La Gruber si addentra nel mondo islamico e raccoglie testimonianze dirette che convincono e danno un'idea della voragine culturale tra ISLAM e Occidente. Giunta alle soluzioni tuttavia "si perde"... oppure non vuole sbilanciarsi per non incorrere in reazioni da parte della fiera comunità islamica. Avrei preferito una presa di posizione netta da parte di una giornalista del suo calibro, perché con l'ISLAM non c'è tempo da perdere né margine di dialogo. L'ISLAM rappresenta una minaccia reale. In una manciata di anni i Musulmani raggiungeranno la superiorità numerica in territorio Occidentale (grazie alla crisi che riduce giorno dopo giorno la natalità in Occidente a fronte del tasso di natalità islamico mantenuto florido grazie anche alla poligamia e alle agevolazione fiscali) e, come è accaduto nel Parlamento italiano nel 2013, al comune di Milano e al comune di Londra quest'anno, avranno il potere di mandare ai posti di comando i confratelli Musulmani. Chiunque abbia letto il Corano sa che esso obbliga i suoi fedeli ad obbedire ai Versetti di La Mecca quando sono in minoranza e sotto Autorità Non Musulmane, e ai Versetti di Medina quando raggiungono superiorità numerica e potere decisionale. I Versetti di La Mecca stabiliscono di essere tolleranti e di mentire e dissimulare (Taqiyya) per non svelare il vero volto dell'Islam e suscitare sospetti e diffidenza nelle Nazioni che li ospitano. Dunque quello che comunemente si definisce "Islam moderato" altro non è che la "fase Versetti di La Mecca". I Versetti di Medina obbligano invece i Musulmani alla sottomissione violenta dei Non Musulmani. "Combatteteli finché l'Islam non regni sovrano" [Corano, Versetti di Medina, Sura 2:193]. Dato che il dovere di ogni buon Musulmano è applicare quanto scritto nel Corano "alla lettera e senza interpretazioni personali" sarà la fine della nostra civiltà e soprattutto sarà la fine della tanto duramente conquistata Libertà.
Finalmente anche in Italia, come da tempo nel resto d'Europa, intellettuali e giornalisti cominciano a capire che l'islam è e sarà sempre più un problema! Speriamo bene!
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