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Questo volume contiene la tesi di laurea assegnata da Pascoli (durante il suo soggiorno come docente universitario nella città dello Stretto), a don Salvatore De Lorenzo, già pubblicata nel 1903 e ristampata nel 1930 in occasione del bimillenario virgiliano, ma che, come nota Giuseppe Salvatore Minutoli, nell'introduzione, "era sostanzialmente inedita, se si prescinde da un'edizione in tiratura ridotta e fuori commercio del 2011". Il libro è interessante sia perché questa fu l'unica tesi assegnata da Giovanni Pascoli ad uno studente dell'Ateneo messinese; sia perché essa reca il titolo "L'ipotesi messianica nella IV Egloga di Virgilio". A lungo si è parlato, infatti, di un Pascoli dal punto di vista religioso certamente non praticante, dai trascorsi socialisti e massonici e ci si è chiesti i motivi dell'assegnazione di una tesi di questo genere. La risposta potrebbe essere semplicemente quella data da Giuseppe Ramires nella parte del libro in cui affronta , in modo convincente, le interpretazioni cristiane della IV Bucolica: sarebbe stato lo stesso De Lorenzo a richiedere l'argomento e Pascoli lo avrebbe accettato, seguendo poi senza particolare interesse lo svolgersi del lavoro; ma è anche vero, come nota sempre Ramires, che Virgilio è un autore importante sia per il Pascoli critico che per il poeta in latino. Comunque sia, la tesi di un Virgilio pagano profeta del cristianesimo proprio nella IV egloga (che è, in realtà, nel poeta di Andes, solo l'auspicio di una palingenesi del mondo) è ben conosciuta anche dagli studenti liceali che incontrano Virgilio nella "Divina Commedia", come guida di Dante nel suo viaggio e ben comprendono i motivi per cui il divino poeta, che racchiude nella propria opera tutta la cultura dell'ormai declinante Medioevo, lo scelga come tale. Più importante l'occasione colta sia da Ramires che da Sergio Di Giacomo, per interpretare correttamente la IV Egloga l'uno; e per studiare il clima culturale trovato da Pascoli a Messina, l'altro.
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