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Questo libro è giustificato dalla profonda trasformazione cui è andata incontro la psicoanalisi in questi cento anni. Naturalmente non è possibile in poco più di trecento pagine toccare tutti gli aspetti della relazione analitica. Gli autori si soffermano su teoria e pratica e, brevemente, sulla ricerca in psicoanalisi.Nella prima sezione, dedicata alla teoria, è di un certo interesse il concetto di inconscio, che da una dimensione dinamica collegata alla rimozione del desiderio si trasforma in un mondo dominato da fantasie inconsce, affetti prodotti dalla frustrazione del desiderio e da precipitati oggettuali (oggetti interni) che riguardano le figure più significative dell'infanzia del paziente (i genitori).In questo contesto le difese messe in opera dal paziente sono tese a minimizzare il conflitto, a ridurre la tensione e creare un processo omeostatico intrapsichico. Ma il
recensioni di Mancia, M. L'Indice del 1999, n. 03
Nel capitolo sulla relazione analitica vengono passati in rassegna i molteplici fattori che concorrono al processo analitico: conferma, rassicurazione, empatia, elaborazione, fino all'interpretazione, essendo quest'ultima l'operazione che consente al paziente di vedere ciò che prima non poteva vedere, e di ampliare così il suo "campo percettivo intrapsichico". Lo scopo di ogni interpretazione è quello di produrre insight, cioè di integrare il processo inconscio con la conoscenza conscia e di mettere in relazione passato e presente.
Numerose sono quelle impasses che gli autori chiamano "dilemmi clinici", come i ritardi cronici, le interruzioni, gli stalli, gli agiti, i suicidi. Questi "dilemmi" sono diversamente presenti nella relazione analitica, a seconda che si tratti di pazienti adolescenti, anziani, in terapia farmacologica.Quest'ultima terapia non è necessariamente in conflitto con la psicoanalisi poiché in alcuni casi può facilitare l'incontro analitico alleviando i sintomi del paziente e quindi preparando il terreno per un buon trattamento.È importante riuscire a capire il significato che il farmaco può avere per il paziente e come può essere elaborato all'interno del transfert.
L'ultima parte, quella dedicata alla ricerca, è la più modesta, anche perché "il mondo interno con il quale la psicoanalisi ha a che fare è alla portata della sola introspezione e dunque, proprio come l'arte, è intrinsecamente inadatto a costituire oggetto di ricerca scientifica".
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