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Vincitore al Premio Giorgio Scerbanenco 2020, sezione Premio dei lettori - Noir in Festival 2020
In una Milano attualissima e brillantemente descritta, Paolo Roversi muove con maestria personaggi dalla doppia faccia, sbirri senza scrupoli e fuori dagli schemi, donne affascinanti e pericolose.
Solido e robusto thriller di tipo psicologico, con (doppio) finale a sorpresa, ambientato a Milano tra poliziotti alcolisti e ludopatici, profiler presenzialiste, criminali insidiosi. L'autore riesce a creare una buona suspence e a intrigare il lettore con una storia non convenzionale e credibile. Da leggere. E non solo per i (numerosi) amanti del genere.
Ho letto per la prima volta un thriller di Paolo Roversi. Fino all'ultimo avevo almeno una manciata di sospetti, ma alla fine il serial killer era un altro... Eccessi di alcool e sesso... persone senza scrupoli e con doppia personalità, ma soprattutto "qualcosa di morboso nella squadra che svolge l'indagine". Un romanzo un pò troppo breve e un finale, per quanto sorprendente, gestito frettolosamente in poche pagine. Di un personaggio tra i protagonisti si perde traccia negli ultimi capitoli, suscitandomi qualche perplessità
una serie di omicidi e una rapina in banca, una coppia di commissari in competizione tra loro e una profiler al servizio della procura di Milano. Le due vicende si intrecciano e il killer sembra voler dialogare con la procura, anzi definire e comunicare i suoi passi. Il ritmo non manca, la vicenda appare credibile e costruita con verosimiglianza nonostante Roversi ami i personaggi improbabili. La delusione è negli ultimi due capitoli, uno sembra di troppo e poco credibile
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