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Anno edizione: 1985
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Un gran bel disco tutto da ascoltare!
È il quarto disco di Branduardi, uscito nel 1977, quando la sua impronta artistica di moderno menestrello aveva trovato apprezzamenti nel panorama musicale italiano. L'album è costruito su una sorta di filo conduttore che unisce i brani che lo compongono. In alcune pubblicazioni del periodo si accennava alla tematica della ricerca, che unisce spiritualmente l'uomo, i suoi antenati e la natura attraverso la musica, che acquista così un duplice aspetto di sacro e di pagano. Il primo brano, "Ballo in fa diesis minore" ispirato ad affreschi di epoca medievale e a musica del periodo barocco, narra della sconfitta della morte attraverso la danza. Il pezzo coinvolge l'ascoltatore, nonostante il tema difficile, proprio per il suo messaggio positivo. Nel successivo "Il ciliegio" si narra di un vecchio giardiniere che si identifica con l'albero, in una poetica mescolanza di ruoli tra uomo e natura già cantata da Joan Baez. "Nascita di un lago" è la rielaborazione della storia di Merlino e Viviana, dove ritorna un vecchio uomo che si innamora della giovane fanciulla. Altre favole nei pezzi successivi, che intrecciano le attese, il tempo che trascorre, il canto che richiama il perdono, dove la musica è ora allegra, ora melanconica, ora ballabile: "Il poeta di corte", "Il marinaio", "La pulce d'acqua", "La sposa rubata", "La lepre nella luna" dolcissima favola di origine orientale, per concludere con "La bella dama senza pietà", da una ballata di Keats, dove ancora una volta spunta il tema della morte come dolcissimo sonno, chiudendo una sorta di cerchio ideale e legandosi così al primo brano. Senza fermarsi alle apparenze e ascoltando la musica, sempre così strettamente collegata ai testi dei brani, si apprezzerà la raffinata bellezza di questo disco, con i suoi riferimenti a epoche e culture così lontane nel tempo e nei luoghi. Riflessioni che conducono a quelle domande nelle quali, sia pure inconsciamente, ciascuno di noi vorrebbe trovare una risposta.
Grande album di Branduardi, caratterizzato dalla ricerca di sonorità di epoca medioevale. Senz'altro uno dei più caratteristici del cantautore.
Recensioni
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