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Anno edizione: 2024
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Intrecciando la sua grande capacità narrativa e inventiva con le testimonianze reali di personaggi legati a Pasternak e a Mandel’štam – scrittori come Isaiah Berlin e Anna Achmatova, giornalisti, intellettuali e altri testimoni – Kadare da vita a un romanzo avvincente che mette in luce i rapporti tra arte e potere, in cui uno scrittore, che dovrebbe essere libero per definizione, è costretto a fare i conti con la politica e, ancor peggio, con un tiranno sanguinario.
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Il tutto ruota intorno ad una scomoda telefonata di duecento secondi - avvenuta alle quattro del pomeriggio di sabato 23 giugno 1934 - fra Boris Pasternak e il faccione che è chiaramente stampato sulla copertina. Oggetto della telefonata è lo sfortunato Osip Emi'evič Mandel'štam il quale, nella poesia che gli costò il confino e la conseguente morte, definì Stalin 'il montanaro del Cremlino' - le sue tozze dita come vermi grassi [...]. Un terrore sofisticato aleggia in queste tredici versioni dell'enigmatica telefonata. Vengono qui riportate e arricchite da molteplici analisi, interpretazioni e speculazioni, che restituiscono il ritratto psicologico e politico del chiamante, del ricevente e dell'oggetto della conversazione, nonché rende perfettamente l'ariaccia censoria e repressiva che girava (e gira ancora) da quelle parti. Strano libro questo di Kadare, diverso dagli altri suoi titoli che ho molto apprezzato. Con un espediente narrativo potente e simbolico, il rapporto fra arte e potere emerge in tutta la sua complessità e drammaticità: è la voce dell'arte che cerca di sopravvivere al silenzio imposto dal potere. Scritto a novant'anni giusti da quella telefonata e pubblicato postumo, "Quando un dittatore chiama" diventa, di fatto, il suo breve, intenso e lucido testamento letterario. Un modo per chiudere il cerchio con una riflessione sul coraggio degli intellettuali in tempi oscuri, ulteriormente supportata dal fatto che pure lui, negli anni Sessanta, ricevette una telefonata simile da Enver Hoxha, l'allora dittatore della Repubblica Popolare Socialista d'Albania. Ebbe così l'occasione di sperimentare, di persona, quel 'terrore sofisticato' attorno al quale costruì questo suo ultimo 'romanzo', che mi ha proprio preso e coinvolto.
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