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Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2018
#Tenyearschallenge per Georges Didi-Huberman
di Marie Rebecchi
Nel 2009 usciva per Les Éditions de Minuit Quand les images prennent position, primo volume della serie L’Œil de l’histoire disegnata da Georges Didi-Huberman. A distanza di poco meno di dieci anni esce la traduzione italiana del libro, a cura di Francesco Agnellini, per Mimesis. Ten years challenge. Il tempo, secondo l’orologio delle avventure editoriali e espositive didihubermaniane, sembra scorrere diversamente da quello degli altri esseri umani. Vista in time-lapse, l’immagine-tempo della recente, inesausta, produzione intellettuale dell’autore di Devant le temps appare come una sequenza accelerata della metamorfosi dei suoi testi in immagine e della presa di posizione di queste immagini nello spazio: i libri diventano mostre, le mostre narrano la biografia d’immagini singolarissime. Muri e pavimenti di musei nazionali iniziano a parlare e a leggere ad alta voce storie d’immagini-fantasma per un pubblico adulto.
Comprimendo gli eventi, tra Quand les images prennent position e Quando le immagini prendono posizione, gli occhi della storia si sono moltiplicati superando quelli di Shiva: dall’inaugurazione della mostra Atlas. ¿Cómo llevar el mundo a cuestas?, organizzata da Didi-Huberman al museo Reina Sofia nel 2010-2011, a quella parigina, Soulèvements, al Jeu de Paume (2016-2017), la serie L’occhio della storia ha riunito in una manciata di anni un folto fascio di stelle del firmamento artistico e intellettuale del XX secolo: da Samuel Fuller a Harun Farocki, da Jean-Luc Godard a Sergej Ejzenštejn, passando per Aby Warburg e Roland Barthes. In ordine di uscita: Remontages du temps subi. L’Œil de l'histoire, 2 (2010); Atlas ou le gai savoir inquiet. L’Œil de l’histoire, 3 (2011); Peuples exposés, peuples figurants. L’Œil de l'histoire, 4 (2012); Passés cités par JLG, L’Œil de l’histoire, 5 (2015); Peuples en larmes, peuples en armes, L’Œil de l’histoire 6 (2016).
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