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Dopo Novara, Milano, Torino, Trieste, Gorizia, Fertilia, e in provincia di Milano a Pioltello e Cassina De' Pecchi, e all'estero ad Isola d'Istria (Slovenia) e a New York, è stato presentato il nuovo libro del musicista Mario Fragiacomo, “Quella tromba di latta del confine orientale italiano”. Scritto da Luigi Maria Guicciardi e pubblicato per Luglio Editore, il volume racconta la peculiare esperienza di vita del trombettista triestino di origine istriana. Una storia personale “dal confine orientale” d’Italia, che va inevitabilmente ad intrecciarsi con la drammatica esperienza dell’esodo di istriani, fiumani e dalmati dopo la Seconda Guerra Mondiale. Una vicenda che Fragiacomo, uno degli ultimi testimoni viventi dell’esodo, ha provato sulla propria pelle e che ripercorre nel libro non con gli occhi dello storico, ma con quelli del musicista, guidato dall’esplicito desiderio di far conoscere agli italiani una storia troppo a lungo dimenticata. Scrive Giorgio Gaslini, primo maestro di musica jazz di Fragiacomo, nella prefazione al libro: “Si tratta, a mio avviso, di un’opera “epica”, che ci riporta ai poemi omerici per la sua ricchissima, precisa, storia del travaglio politico e umano della vicenda istriana tra le due guerre, ma anche intessuta di presenze eroiche, di sacrifici e dolori e di stragi incommensurabili, di contesti, di macerie sulle quali svettano figure nuove, come appunto quella del giovane trombettista raccontata come un graffito, con un amore e una partecipazione di Odisseo commovente”. Nel libro trovano spazio le descrizioni del campo profughi di Padriciano, della foiba di Basovizza, del cimitero degli oggetti dell'esodo dell'hangar 26 del Porto Vecchio e del Silos di Trieste. Proprio nel Silos, terra di nessuno dell’allora TLT (Territorio Libero di Trieste), Fragiacomo, ancora adolescente, trovò e fece propria quella tromba di latta che dà il titolo al libro, uno strumento scalcinato e abbandonato che grazie a lui ebbe nuova vita.
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