L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Promo attive (0)
"Cosa pretendi, uomo senza ombra.
Cosa cerchi, tra le tenebre,
alla luce di una vecchia paura
che ti scalda e ti raggela."
"Corrientes, tre, quattro, otto. Secondo piano, ascensore...": è sulle note di un tango, A media luz, che il lettore entra in contatto con Buenos Aires ed è in questa città, tutta contraddizioni, languore e spietatezza, che si svolge la complessa vicenda del romanzo.
L'investigatore privato Carvalho, protagonista di tanti romanzi di Vázquez Montalbán, viene incaricato a Barcellona da un vecchio zio di ritrovare il figlio Raúl che, dall'Argentina, era fuggito in Spagna nel periodo della dittatura, ma che dopo anni vi aveva fatto ritorno. Di lui però si è persa ogni traccia. Raúl era tornato a Buenos Aires alla ricerca della figlia che gli era stata sottratta in una tragica notte in cui i militari avevano fatto improvvisamente irruzione in un appartamento in cui erano rifugiati la moglie con la bambina, la cognata ed alcuni compagni di lotta. La moglie era stata uccisa, la cognata era fuggita, la bambina strappata dalle braccia della donna e forse data in adozione a qualche personaggio del regime, così come era avvenuto per molti figli di desaparecidos.
Carvalho, accettato l'incarico, vola verso l'Argentina e rapidamente si trova immerso in una realtà dalle mille sfaccettature e contraddizioni. Tango, desaparecidos, Maradona: queste erano le tre uniche parole con cui riusciva a definire quel paese e in un certo senso ciò in cui si imbatte è una conferma. La sensualità e la malinconia struggente del tango non sono certo costruite per i turisti, fanno parte di una cultura profonda e tuttora viva: c'è chi attraverso il tango dichiara la sua sconfitta, chi cerca un amore (necessariamente infelice), chi lo usa come un'arma e colpisce con testi irriverenti l'avversario. Manuel Vázquez Montalbán è anche autore di molti testi dei tanghi che nel romanzo fanno da particolare colonna musicale alla vicenda. La storia è complessa, unisce politica a spionaggio industriale, crisi esistenziale a diritti civili, fuga dalla realtà al fango della quotidiana bassezza dei tempi. Crollata l'illusione redentrice della rivoluzione, la generazione che si era opposta al regime militare (i sopravvissuti), hanno percorso le più diverse strade. C'è chi si è adeguato e ha fatto strada in politica o negli affari, chi si è autoemarginato e chi ancora ha scelto una propria personale rivolta al sistema, forse donchisciottesca e estrema. Probabilmente l'umanità descritta da Montalbán è quella che si può ritrovare dopo ogni "grande sconfitta" storica, ma in Argentina, dove tutto pare esasperato, così come esasperata era stata la repressione, ciò è ancora più evidente. Oltre ai personaggi principali il romanzo offre un quadro ricchissimo di personalità, anche apparentemente estranee alla storia, su cui l'autore si sofferma con l'abituale, raffinata sensibilità descrittiva e per i quali mostra sempre una specie di affetto paterno. Ecco il ragazzo malato di solitudine che uccide per pazzia e per ristabilire l'ordine etico che vede sconvolto. Ecco Robinson, ex ricco, ex potente, che viene invece ucciso però per lo stesso motivo. Ecco il pugile intellettuale, che non sa affrontare pubblicamente un "peccato di gioventù", un amore omosessuale che il machismo del luogo non gli perdonerebbe, e che subisce il ricatto del suo ex amante, un docente universitario annientato dalla droga. Ecco Marta, la malafemmina, che affascina ogni uomo e lo annienta, rendendolo capace anche di uccidere per lei. Ecco il sedicente figlio di Borges, che si inventa altri padri illustri, complice una madre che fumando la pipa gli ispira queste curiose truffe. Figure minori che nel romanzo vengono collocate in modo armonioso e coerente. Forse Vázquez Montalbán talvolta eccede nella dimostrazione della sua abilità di narratore e i fili della storia, che sa sempre sostenere con grande maestria, diventano troppo evidenti. Nulla toglie però alla capacità di seduzione di questo romanzo che, ricco di autocitazioni, di certo è all'altezza delle migliori prove dell'autore. Ancora una volta si dimostra come il giallo sia un genere letterario tutt'altro che limitante e come premi chi desideri avere un vasto pubblico senza voler rinunciare ad una scrittura intelligente.
A cura di Wuz.it
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore