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Delle due “voci” che hanno tramandato lo scontro d’armi e di culture tra gli europei e gli abitanti dell’America centrale, una, quella dei conquistatori – come, ad esempio, Hernan Cortés, Bernal Diaz del Castillo, Francisco de Aguilar, o Diego de Ordaz – è in buona parte conosciuta e largamente studiata. Dell’altra – di quella degli sconfitti – poco o nulla si sa, e quel poco, inscritto in una categoria di pertinenza più ideologica che filologica della “visione dei vinti”.A questo montaggio di testi – a cura di Tzvetan Todorov e Georges Baudot – tocca il compito di sollevare il velo su quella nobile e sfortunata epopea resistenziale, e al contempo sullo stupore che provò un popolo di fronte all’universo materiale, culturale e spirituale dei nostri antenati: una sorta di stranianti Lettere persiane, questa volta però prive dell’artificio e della finzione e, al contrario, tragicamente autentiche.A tale risultato concorrono due famiglie di testi, parte scritti in nahuatl, attraverso la ricodificazione in alfabeto latino, e parte in spagnolo, mediante l’opera di trascrizione e compilazione dei religiosi francescani. Ai primi appartengono il Codice Fiorentino, Gli annali storici di Tlatelolco, il Codice Aubin; ai secondi il Codice Ramirez, la Storia di Tlaxcala, e la Storia delle Indie della Nuova Spagna. Di essi – grazie a una traduzione che ha riportato in luce la musicalità e le cadenze, anche rituali, di una cultura – il lettore potrà apprezzare il possibile doppio livello di lettura, quello della testimonianza storica, e quello del mito: quasi una chanson de geste del Nuovo Mondo.
Delle due "voci" che hanno tramandato lo scontro d'armi e di culture tra gli europei e gli abitanti dell'America centrale, una, quella dei conquistatori - come, ad esempio, Hernan Cortés, Bernal Diaz del Castillo, Francisco de Aguilar, o Diego de Ordaz - è in buona parte conosciuta e largamente studiata. Dell'altra - di quella degli sconfitti - poco o nulla si sa, e quel poco, inscritto in una categoria di pertinenza più ideologica che filologica della "visione dei vinti".A questo montaggio di testi - a cura di Tzvetan Todorov e Georges Baudot - tocca il compito di sollevare il velo su quella nobile e sfortunata epopea resistenziale, e al contempo sullo stupore che provò un popolo di fronte all'universo materiale, culturale e spirituale dei nostri antenati: una sorta di stranianti Lettere persiane, questa volta però prive dell'artificio e della finzione e, al contrario, tragicamente autentiche.A tale risultato concorrono due famiglie di testi, parte scritti in nahuatl, attraverso la ricodificazione in alfabeto latino, e parte in spagnolo, mediante l'opera di trascrizione e compilazione dei religiosi francescani. Ai primi appartengono il Codice Fiorentino, Gli annali storici di Tlatelolco, il Codice Aubin; ai secondi il Codice Ramirez, la Storia di Tlaxcala, e la Storia delle Indie della Nuova Spagna. Di essi - grazie a una traduzione che ha riportato in luce la musicalità e le cadenze, anche rituali, di una cultura - il lettore potrà apprezzare il possibile doppio livello di lettura, quello della testimonianza storica, e quello del mito: quasi una chanson de geste del Nuovo Mondo.
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