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Un atlante, un coro di destini lunghi a volte l'intensità di due sole pagine, un dolce crepitante fuoco di camino davanti a cui gustarsi queste novelle, perfette e strane, ambigue e folli nel loro mescolio di situazioni, una lastra di lago su cui scintilla di tutto: vedove e bari, disturbati e arrivisti, dabbenati e generosi, campioni di biliardo e bottegai cornuti, ricordi e delitti, il fioco e lo struggente, l'arrogante e il tenero insieme, sotto un cielo delicatamente preso per mano da un vero maestro del tratto breve. Eco fragrante di pruriti e sussulti quando leggiamo che "capita sovente che le donne più ingenue, più facili a farsi irretire, rivelino a tratti una insospettata scaltrezza". Momenti in cui l'episodio cade e diventa traccia di lascito più diretto che stringe e commuove come pochi, se basta leggere il racconto "Nel portafoglio" per sentire come parla un poeta, come rammemora e ascolta il suo battito di dentro, deponendolo sulle rive smaltate della pagina. Chiara molto spesso le chiama "le cateratte della memoria", che qui una volta per tutte, in una completezza finalmente risolta, si guariscono e si fanno sguardo di limpidezza simpatica, rara, vicinanza e calore di quella sana e vecchia provincia che quando carezza la lettura sa farsi incontro e carne d'amicizia più di tanta narrativa altra. E allora si viaggia fra solitudini vaganti in notti di sottane adorate, misteri di timidezza dentro cui ardono peccati inattesi, furberie improvvise e disdette di istanti che di colpo rovesciano solide realtà consolidate. Se ne esce davvero contenti, più intontiti e cordiali, come rilassati dalle mani di intrecci che dietro un'apparente immobilità lasciano pulsare slanci e spinte di magnifica fattura, una dolce alternanza fra il rischio e la ritrosia, scene di profumi allettanti fra stanze segrete e vanterie spropositate. Fino ai sogni più personali dell'autore, ai suoi viaggi, alla sua valigia aperta, a illustrarci un mondo in questa perfetta raccolta.
Avevo già un paio di raccolte di novelle di Piero Chiara e ho voluto comprarmi un unico volume che le raccogliesse. Dal punto di vista del contenuto, questo libro di Chiara non delude il suo pubblico. Lo conquista con la sua ironia, la sua prosa semplice ma impreziosita dalla parola giusta, il suo amore per la sua Luino, il suo lago, la sua gente. I suoi personaggi sono tratteggiati a tutto tondo e ci convince che sono reali: spesso, pare, lo furono davvero. Furono persone e fatti conosciuti direttamente, o attraverso il racconto di amici o presi dalla cronaca. Dal punto di vista editoriale, il volumetto del Meridiani è simpatico. Il corpo del carattere è un po' piccolo ma si legge agevolmente. Il prezzo non è stracciato, ma è un bell'oggetto di compagnia.
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