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Finalista al Premio Strega 2020
Finalista al Premio Asti d'Appello 2020
«Il primo, materico romanzo di una delle più importanti figure dell'editoria italiana» – Vanity Fair
La vita di Ninni, figlio del dopoguerra, attraversa le durezze da prima rivoluzione industriale della provincia lombarda, il tramonto della civiltà rurale emiliana, l'esplosione di vita della Milano riformista. Da ragazzino, grazie alla nonna, scopre di poter fare leva sull'immenso continente di esperienze e di emozioni che i libri gli spalancano di fronte agli occhi. Divenuto consapevole di sé e della sua faticosa autonomia, il ragazzo si scava, all'insegna della curiosità e della volontà di sapere, quello che sarà il proprio posto nel mondo. Nella storia di Ragazzo italiano si riflette la storia dell'intero Paese: l'asprezza, la povertà, l'ansia di futuro, la vicenda di una generazione figlia della guerra ma determinata a proiettare progetti e sogni oltre quella tragedia. Un'Italia dove la scuola è la molla di promozione sociale, e l'avvenire è affollato di attese e promesse.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Leggere questo libro è stato piacevole ma non coinvolgente perché narra la vita di un ragazzo nelle sue varie fasi, dal dopoguerra in poi, ma senza che succeda qualcosa di particolare.
L'Italia che esce dalla guerra, la provincia e la Milano che cresce; il panettone Motta, le luci al neon in Piazza Duomo, la stazione centrale in periferia e la società che cambia, viste con gli occhi dell'acquisizione umana e culturale di una famiglia e di un ragazzo che potrebbero essere definiti migranti nel tempo, nello spazio e nella storia.
Era da tempo che cercavo un libro che parlasse degli anni immediatamente successivi alla fine della Seconda guerra mondiale, dal 1945 agli anni immediatamente precedenti al Boom economico degli anni 60, ovvero cercavo un libro che parlasse della generazione dei miei genitori, che ha vissuto la guerra con gli occhi di un bambino, e di come sia riuscita a superare quegli anni e ricostruirsi … e questo libro ha centrato le mie attese. Mentre leggevo questo libro ho avuto la fortuna di confrontare la vita del protagonista Ninni/Piero con quello dei miei genitori, tramite i ricordi di mio padre, specie per quanto concerne gli anni della scuola. La scuola, per chi era bambino nel 1945, è stata fondamentale per costruire delle nuove basi e delle nuove sicurezze, era una generazione spaesata … la scuola diventa infatti la molla di promozione sociale, ovvero un mondo affollato di attese e promesse attraverso la cultura ed i libri … si può dire che grazie alla scuola partendo dalle ceneri lasciate dalla guerra sia nata una nuova generazione completamente diversa da quella dei genitori e dei nonni, la guerra è stata una spaccatura della ciclicità della vita in cui i figli subentravano nella vita dei genitori: una volta il figlio del contadino sarebbe diventato contadino a sua volta, adesso attraverso la scuola, se dimostrava di averne le capacità, poteva sperare di diventare qualcosa di diverso. La generazione che ha vissuto la guerra da bambino incomincia ad avere sogni, speranze, voglia di cambiamento. Il libro, infatti, ha come protagonista la famiglia di Ninni/Piero, lui nato nel 1944 e perciò figlio del dopoguerra, che attraversa le durezze della prima rivoluzione industriale della provincia lombarda, il tramonto della civiltà rurale emiliana, e l’esplosione di vita della Milano riformista. Pagina dopo pagina Ninni/Piero impara a conoscere le insidie degli affetti, la sofferenza, persino il dolore che si cela anche nei legami più prossimi.
Recensioni
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