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Anno edizione: 2012
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Gli spettri del passato sono stati fugati e ora il Macca fa maledettamente sul serio. Inciso a New York con musicisti di tutto rispetto come Danny Seiwell alla batteria, David Spinozza e Hugh McCracken alle chitarre, Ram è un lavoro molto poliedrico e sfaccettato, che mette in luce un ritrovato vigore compositivo, artistico e tecnico dell’autore. Si parte con la polemica “Too Many People”, in cui Paul spara a zero contro tutti coloro che gli avevano dato addosso fino a quel momento (“Too many people preaching practices/ Don't let them tell you what you wanna be/ Too many people holding back, this is/ Crazy and maybe it's not like me”), si passa al blues di “3 Legs” in cui, attraverso la metafora di un cane a tre zampe, viene di nuovo toccato l’argomento Beatles (“A dog is here/ A dog is there/ My dog, he got three legs/ But he can't run”) per arrivare alla spassosissima “Ram On”, tutta giocata sul delicato suono di un ukulele. La splendida e criptica “Dear Boy” (non si sa se riferita a Lennon o al primo matrimonio di Linda) dà adito a numerose polemiche (“I guess you never knew, dear boy/ What you had found”), ma nel contempo apre la strada al vero gioiello dell’album, quella “Uncle Albert/Admiral Halsey” degna erede delle migliori composizioni contenute in “Sgt.Peppers”. In questo brano Paul riprende il vecchio vizio dei Beatles di cucire tra loro con grande abilità due canzoni distinte. La prima, “Uncle Albert”, è ispirata a un suo zio ed è caratterizzata da un ritmo molto languido e sognante, su cui si innestano versi semplici ma efficaci (“We're so sorry Uncle Albert/ We're so sorry if we caused you any pain/ We're so sorry Uncle Albert/ But there's no one left at home/ And I believe I'm gonna rain”), la seconda narra le vicende di un ammiraglio americano, William “Bull” Halsey, sulla base di un ritmo molto più sostenuto e cadenzato, quasi marziale (“Admiral Halsey notified me/ He had to have a berth or he couldn't get to sea/ I had another look and I had a
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