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Gregorij Rasputin ha influenzato la vita politica della Russia nella prima parte del Novecento soprattutto per il condizionamento che riusciva a esercitare a corte e presso la zarina Alessandra. Contadino, e poi monaco, rozzo e semianalfabeta riuscì ad "imporsi" per le sue doti (presunte o reali) di guaritore e di veggente. Attraverso una trattazione rigorosa e ben documentata, Amal'rick ne ricostruisce il ruolo e la figura che appare stravagante, eccentrica, un po' sinistra e di difficile classificazione. Una interpretazione storica eccessivamente difensiva e una lettura interessante ma non entusiasmante anche per la pletora di personaggi che vi compaiono.
Recensioni
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Forse nessun personaggio della storia russa è avvolto da una così densa nube di miti, leggende e menzogne come il "diavolo santo", il fatale amico dell'ultima famiglia imperiale: Gregorij Rasputin. Contadino semianalfabeta e consigliere dello zar, profeta veggente, religioso ma al contempo "corruttore di anime e corpi", egli fu al centro di scandali clamorosi che coinvolsero la famiglia imperiale e fu oggetto di perfide calunnie montate da nemici rivoluzionari e conservatori. Per i costituzional-democratici e per i bolscevichi, Rasputin era uno strumento utile per screditare l'intero regime, mirandone la base ultima, la fede contadina di uno zar che si proclamava difensore dei poveri. Per i monarchici di estrema destra egli incarnava le velleità liberali dell'impero e ostacolava l'instaurazione in Russia di una monarchia forte. Il libro è la cronaca avvincente, raccontata con stile narrativo a metà sttrada fra il romanzo storico e una brillante monografia, di una storia che vede che vede uniti la vita di un uomo e il destino di un impero ormai segnato e prossimo alla fine. Da una parte il misticismo demoniaco e stravagante di Rasputin con il quale egli influenzava le scelte politiche dello zar e concupiva le donne per "sottrarle al peccato e alla colpa". Dall'altra l'inutile e goffa riscossa al potere di ministri incompetenti, gli ultimi scatti della classe aristocratica prima dell'imminente tragedia, la sottile perfidia e il fiacco fatalismo di Nicola II. Una galleria di personaggi e una spirale di episodi che Amal'rik, in quet'opera tragicamente incompiuta, riporta alla luce insieme ad aspetti della rivoluzione russa ancora poco studiati -non ultimo il suo carattere religioso- per scandagliare, con paziente ricerca, la vita di una delle figure più enigmantiche della storia russa e le ragioni che hanno contribuito alla trasformazione della società, alla nascita di una nuova religione totalitaria.
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