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Anno edizione: 2019
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Primo romanzo di Mattioni del '62, opera davvero particolare a forte tinte sensuali, ma al contempo surreale e grottesco, umoristico e inquietante. Stile fluido ed elegante, moderno, che impreziosisce un' atmosfera sopra le righe e una trama da teatro dell'assurdo. Straniante e divertente, un enigma che intriga e affascina.
Gran bel romanzo, raffinato, allusivo, surreale e grottesco (soprattutto in diversi dialoghi), Mattioni scriveva benissimo, in maniera moderna, senza fronzoli, con stile secco ed incisivo. L'arte di quest'opera consiste nel dipingere in modo surreale e sottilmente inquietante, banalissimi fatti quotidiani, che sembrano mutare intimamente la loro prosaica natura. Consiglio inoltre, per chi non conoscesse l'autore (definito da Calvino, "l'uomo del mistero", per le sue capacità di dire e non dire, d'insinuare e alludere) un'altro suo romanzo pubblicato postumo, ossia "Dolodi", opera decisamente più criptica e inquietante che ho apprezzato molto di più.
La trama di questo romanzo contiene tutto il mondo letterario di Mattioni che sconfina nel surreale, nell’assurdo e nell’improbabile, tutto sospeso tra accenni kafkiani e l’universo mitteleuropeo di cui lo scrittore triestino è un interprete unico e personale. In una Trieste atemporale si svolgono le vicende di questa favola crudele che vede protagonista una donna vessata da un marito ubriacone e dai debiti che ha accumulato, e le sue figlie. "Il re ne comanda una" con la sua carica deflagrante di surrealtà e di fantastico è uno dei capolavori dello scrittore triestino che oggi vale la pena di riscoprire e leggere.
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