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Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2018
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The Prophet Speaks” è il quarantesimo album della discografia di Van Morrison. Il disco si compone di 14 brani. Sei sono gli inediti scritti di suo pugno, gli altri otto sono cover. Come già nel precedente “You’re Driving Me Crazy” la squadra di lavoro non è mutata: Joey De Francesco alle tastiere, Dan Wilson alla chitarra, Michael Ode alla batteria e Troy Roberts al sax. Van ha parlato di vero piacere nel collaborare con questi grandi musicisti. Questo vero piacere lo si percepisce all’ascolto. La band fila come un treno in perfetto orario e si dimostra ben oliata in ogni ingranaggio anche al cospetto di classici come “Dimples” di John Lee Hooker oppure “Gotta Get You Off My Mind” di Solomon Burke oppure ancora “Teardrops” e “Worried Blues/Rollin and Tumblin” di J.D. Harris, spazio anche al Willie Dixon di “I Love the Life I Live”. Morrison pesca da blues e soul, fa propria ogni sfumatura e la colora di jazz. Se le cover sono grandi canzoni quasi per definizione, altrettanto si può dire degli inediti che vanno ad amalgamarsi alla perfezione e non creano buchi o passaggi a vuoto nell’album.Capolavoro consigliato
Van the man non finisce mai di stupirci. altro disco suonato alla grande e interpretato come solo lui sa fare. In prevalenza jazz-blues con brani tutti trascinanti. Ti meraviglia che riesca ancora a creare dischi così belli. bellissimo
Laddove "You're Driving Me Crazy" riportava alla mente (e alle orecchie) l'atmosfera di un fumoso jazz club, "The Prophet Speaks" predilige maggiormente il sound vivace del rhythm and blues. Chiaramente la voce di Van non possiede la stessa limpidezza di quella ascoltabile in un classico come "His Band and the Street Choir", ma, pur mostrando qualche evidente limite nei registri alti, rivela la stessa grinta di sempre, unita ad un gusto sorprendente per l'improvvisazione. Un'altra volta è l'organo del veterano Joey DeFrancesco ad accompagnare, supportato da un'ottima band di giovani musicisti. Le cover sono eseguite con divertimento, ma qualche taglio avrebbe giovato all'eccessiva durata del disco. Il gioioso groove di "Got to Go Where the Love Is", il blues tormentato di "Ain't Gonna Moan No More" e il misticismo della title-track sono i tre momenti migliori, pur non aggiungendo niente allo sconfinato catalogo del cantautore. Dopo tre dischi dal sound simile, la monotonia e la noia prendono inevitabilmente il sopravvento. "The Prophet Speaks" è godibile, consigliato in particolare agli amanti della cosiddetta "black music". Ma non è sicuramente tra i lavori più memorabili del grande artista irlandese.
Recensioni
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