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«[I]l "muro" che separa le monache dalla realtà circostante non è erettotanto per respingere gli assalti dall'esterno ma per proteggere il bonumche si cerca di vivere all'interno, è pensato per custodire il donoprezioso e fragile dell'amore reciproco, non per alimentare una misticadella reclusione» Dall' Introduzione di Enzo Bianchi
«Un cuore solo e un’anima sola»: questo il precetto fondamentale trasmesso dalla prima comunità monastica di Gerusalemme, divenuto nei secoli modello ideale per la vita comune in ogni monastero. Nei monasteri femminili, più ancora che in quelli maschili, le donne che si consacrano a Dio attraverso la vita comunitaria sono prive di prospettive di gratificazioni personali, diremmo oggi di “carriera”. Unite alle sorelle dal vincolo dell’amore e del perdono reciproco, dall’obbedienza e dall’humilitas, vivono nell’accudimento di un bene condiviso. La loro vita è scandita dai rigidi orari che governano la preghiera e le incombenze quotidiane: le mura del monastero come confini del mondo, dove prende forma, come afferma Enzo Bianchi nella sua Introduzione, «una societas di donne che gestiscono tempi, spazi, lavori, economie in un’autonomia praticamente esente da qualsiasi interferenza esterna, una societas di cui possono entrare a far parte a pieno titolo donne già schiave o libere, ignoranti o colte, nobili o popolane, ricche o povere una societas la cui autorità – la badessa – è eletta liberamente con il voto di tutte le sorelle mediante quello che oggi chiameremmo un “suffragio diretto e universale”costituisce un ambito culturale ricco e liberante, difficilmente reperibile altrove nella società medievale»
«Un cuore solo e un'anima sola»: questo il precetto fondamentale trasmesso dalla prima comunità monastica di Gerusalemme, divenuto nei secoli modello ideale per la vita comune in ogni monastero. Nei monasteri femminili, più ancora che in quelli maschili, le donne che si consacrano a Dio attraverso la vita comunitaria sono prive di prospettive di gratificazioni personali, diremmo oggi di "carriera". Unite alle sorelle dal vincolo dell'amore e del perdono reciproco, dall'obbedienza e dall'humilitas, vivono nell'accudimento di un bene condiviso.La loro vita è scandita dai rigidi orari che governano la preghiera e le incombenze quotidiane: le mura del monastero come confini del mondo, dove prende forma, come afferma Enzo Bianchi nella sua Introduzione, «una societas di donne che gestiscono tempi, spazi, lavori, economie in un'autonomia praticamente esente da qualsiasi interferenza esterna, una societas di cui possono entrare a far parte a pieno titolo donne già schiave o libere, ignoranti o colte, nobili o popolane, ricche o povere una societas la cui autorità - la badessa - è eletta liberamente con il voto di tutte le sorelle mediante quello che oggi chiameremmo un "suffragio diretto e universale"costituisce un ambito culturale ricco e liberante, difficilmente reperibile altrove nella società medievale». Questo volume raccoglie le regole monastiche femminili dall'Ordo monasterii e la Regola di Agostino alle regole di Abelardo e di Chiara d'Assisi. Introduzione di Enzo Bianchi.
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