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Descrizione


Come una danza leggera e sapiente, ma implacabile, Massimo Carlotto ci conduce nella orgogliosa arroganza del nuovo crimine. E racconta da par suo una grande storia, che spazia dai boschi radioattivi di Cemobyl ai caveau delle banche svizzere. Con una irresistibile gang di privilegiati. Zosim, Sunil, Giuseppe, Inez. La Dromos Gang. Si sono conosciuti studiando economia a Leeds. Brillanti, impeccabilmente vestiti, del tutto amorali ma tra loro fraterni, quattro giovanissimi con pesanti famiglie alle spalle piombano su Marsiglia da ogni parte del globo, per prendersela tutta. Sono convinti che il mondo è di chi corre veloce come il denaro, di chi corre più veloce di tutti, e il resto non merita di vivere. È subito guerra con i vecchi arnesi: un tenace boss corso di lunga carriera, e una poliziotta in disgrazia che ha un'idea tutta sua della giustizia. Mentre un narcotrafficante allo sbaraglio, che porta il nome fatale di un grande calciatore, proverà a giocare la sua esilarante, tragica partita. E Marsiglia, il luogo oggi dello scontro criminale per eccellenza, dove i conflitti si risolvono a colpi di kalashnikov, diventa l'epicentro di un sisma vastissimo, dalle conseguenze del tutto imprevedibili.
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Dettagli

2012
10 aprile 2012
201 p., Brossura
9788806192112

La recensione di IBS

Per definire i romanzi di Massimo Carlotto, ogni volta che un titolo arriva in libreria, si coniano definizioni e nuovi generi. In questo caso il termine è “World Noir”, per intendere che lo scrittore, nel suo ultimo romanzo Respiro corto, ha abbandonato le classiche ambientazioni nell’Italia del Nordest per spingersi fino a Marsiglia. In realtà c’è un ponte ideale che collega la criminalità organizzata di Arrivederci amore, ciao a Marsiglia: è un’atmosfera condivisa da un sottobosco criminale simile, una specie di tronfia cattiveria, di orgoglio criminale che si concretizza nel rispetto di regole non scritte e codici d’onore, quasi una richiesta di legittimazione delle ragioni che muovono la malavita. Non si possono comprendere le trame di Massimo Carlotto se non si conoscono le dinamiche del territorio, che rende tutti i personaggi crudeli e spregiudicati, perché forte è la voglia di emergere e farsi strada e ancora più forte è la mancanza di qualunque altro mezzo che non siano le proprie forze. C’è un ponte ideale che collega Padova, la città natale dell’autore, e in generale tutto il Nordest, a Marsiglia, è quello che tutti hanno imparato a conoscere come “Noir mediterraneo” e che ha avuto come maestro Jean-Claude Izzo. Ambientare un romanzo noir a Marsiglia significa necessariamente omaggiare l’illustre cittadino provenzale.
Ma Carlotto non si limita all’apologia di un sistema criminale ormai scomparso, al contrario si spinge a descrivere l’evoluzione del crimine contemporaneo, la profonda trasformazione che ha dovuto subire in questi anni di globalizzazione e Social Network. I figli dei vecchi criminali di tutto il mondo, dalla mafia russa ai narcos sudamericani, convergono a Marsiglia, nel bel mezzo di una guerra sanguinaria e silenziosa, la “guerra dei Territori”. Le armi che usano i nuovi gangster sono le informazioni, Internet, l’alta finanza. Sono giovani, veloci e assolutamente refrattari rispetto al vecchio sistema di organizzazione verticistica delle mafie tradizionali. Le nuove generazioni hanno studiato economia a Leeds, amano i legami reticolari, possono agire una sola volta per ripagare un debito o vendicare un torto subito senza per questo lasciare gli studi universitari, possono anche mettersi al servizio della banda avversaria, se necessario.
Personaggi tipici di Don Winslow, insomma, ma presentati in salsa mediterranea: un giovane russo esperto di economia, un gangster paraguaiano in fuga dal suo paese, un gruppo di ceceni in cerca di armi, e poi naturalmente il boss vecchia maniera, di origine corsa, Armand Grisoni e la poliziotta di Marsiglia, BB, lesbica, fanatica di Johnny Halliday, che riesce ad essere ancora più temibile delle bande criminali. Tutti sono costretti prima o poi a fare i conti con il difficile habitat in cui sono capitati. Chi sottovaluta Marsiglia rischia la vita.
Carlotto usa il noir come metafora per descrivere i cambiamenti della società e la penna come un’arma per colpire le convenzioni di cui la società si ammanta. Nei suoi personaggi non c’è pietà né redenzione, le sue descrizioni sono nette, precise, profondamente filmiche, eppure l’umanità traspira da ogni riga. Un romanzo che rappresenta un grosso balzo in avanti per la definizione del genere noir italiano.

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Conosci l'autore

Massimo Carlotto

1956, Padova

Massimo Carlotto è nato a Padova nel 1956. Scoperto dalla scrittrice e critica Grazia Cherchi, ha esordito nel 1995 con il romanzo Il fuggiasco, pubblicato dalle Edizioni E/O e vincitore del Premio del Giovedì 1996. Per la stessa casa editrice ha scritto: Arrivederci amore, ciao (secondo posto al Gran Premio della Letteratura Poliziesca in Francia 2003, finalista all’Edgar Allan Poe Award nella versione inglese pubblicata da Europa Editions nel 2006), La verità dell’Alligatore, Il mistero di Mangiabarche, Le irregolari, Nessuna cortesia all’uscita (Premio Dessì 1999 e menzione speciale della giuria Premio Scerbanenco 1999), Il corriere colombiano, Il maestro di nodi (Premio Scerbanenco 2003), Niente, più niente al mondo (Premio Girulà...

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