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Un viaggio contro il gelo che sembra sceso sul mondo, contro l'egoismo e l'aridità, per recuperare la propria umanità perduta.
Un terrorista suicida si fa esplodere in un mercato di Gerusalemme. Una donna muore. Era straniera, viveva da sola in una squallida baracca di un quartiere di religiosi. Nessuno va a reclamare il suo cadavere all'obitorio del Monte Scopus. Eppure Julia Regajev aveva ancora formalmente un lavoro, come addetta alle pulizie in un grande panificio della città. Un giornalista senza scrupoli sfrutta il caso per imbastire uno scandalo e denuncia la «mancanza di umanità» dell'azienda, che non si è nemmeno accorta dell'assenza della dipendente. Tocca al responsabile delle risorse umane, spedito in missione dall'anziano proprietario del panificio, cercare di rimediare al danno d'immagine. Ma il viaggio verso la compassionevole sepoltura della donna si rivela per lui molto piú importante di un'operazione di facciata nei confronti dell'opinione pubblica.
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Non mi è piaciuto
Bello. Bello. Bello!! Da leggere.
La trama del romanzo ha un grosso potenziale, tuttavia penso che sia stata sviluppata in modo un po’ arido soprattutto dal punto di vista emotivo. L’unica cosa che il viaggio intrapreso sembra mostrare infatti è una sorta di senso del dovere a tratti insensato da parte del protagonista, una caparbietà dettata dalla volontà di adempiere in modo completo al proprio compito piuttosto che da un rinato senso di umanità. Ma forse l’intento dell’autore è proprio quello di narrare una umanità che ha perso la capacità di essere smossa persino da una morte tanto violenta e immeritata; di mostrare con che freddezza ormai si interagisca anche con eventi che hanno portata emotiva in altro modo distruttiva. In ogni caso trovo che non sia una lettura particolarmente arricchente neanche dal punto di vista stilistico che ho trovato per certi versi confuso.
Recensioni
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