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Confesso che all’inizio ero un po’ restia a continuare perché non proprio appassionata di calcio, pensavo di aver sbagliato a scegliere stavolta. Ma continuando a leggere ho scoperto una storia coinvolgente e molto umana, in tutti i sensi. Mi sono emozionata soprattutto leggendo il racconto di Maria, essendo Malata del mio Sud come lei.
Non riconosco lo scrittore che appezzo.Purtroppo...
Piacevole sorpresa!! Un riuscitissimo, variegato e abbondante collage di storie, ritratti, gags con protagonisti personaggi delineati in modo accurato, nati, raccontati e raccolti nel piccolissimo bar di Peppe. Il tutto condito e legato da una salsa a base dell’”esasperato” tifo calcistico Napoletano (la Malattia?!?!) che costituisce il fil rouge dell’intero libro. Cito l’Autore: …. “è come se il calcio tirasse fuori da ognuno il selvaggio che si nasconde sotto la superficie. Hide è follemente scaramantico e Jekyll lo sa benissimo e non vede l’ora di raccontarlo” (pag. 166). “Il Resto della Settimana” risulta decisamente spassoso, divertente, intelligente, senza però privarci di quell’umanità a cui De Giovanni ci ha abituato nei suoi scritti nel descrivere e farci comprendere la “Napoletanità” consolidatasi in secoli di combattimenti per sopravvivere. Cito: …. “sarà la passione immensa di un popolo che ha un milione di problemi, ma che cerca nell’effimero del pallone un attimo di gioia pura; sarà il desiderio spasmodico di non tornare alla tristezza, alla malinconia” (pag. 152). Premettendo che non sono per nulla un appassionato di calcio, a mio sommesso avviso il libro merita di essere, più che letto, assaporato e gustato nei dettagli. Un giudizio: *****+.
Recensioni
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-Io non capisco come fai, Gigì: vuoi mettere la sofferenza fisica, la gioia, l’emozione dello stadio? Là sì che la partita la giochi veramente. Io certe volte, quando torno a casa e guardo la sintesi alla televisione, manco riconosco le azioni che ho visto, tanta è la tensione.
-E secondo te io a casa la partita me la guardo tranquillo e sereno? Io faccio il pazzo! Ci stanno i miei vicini di casa che dopo per almeno due giorni nemmeno mi salutano. Ha detto il mio padrone di casa che all’ultima riunione di condominio stavo addirittura nell’ordine del giorno!
Né Ricciardi né Bastardi, questa volta de Giovanni cambia radicalmente registro e porta in scena il racconto della sua più grande passione: il tifo partenopeo.
Servono soltanto poche pagine e capisci subito cosa ti aspetta: un romanzo brillante ed esilarante che ti cattura l’anima fino a farti ridere a crepapelle o, viceversa, commuoverti fino alle lacrime.
Tutto ruota intorno a una fede calcistica, il Napoli, non banalmente una squadra di calcio, ma una “malattia del cuore” - e i tifosi, ovvero tutti i malati affetti da questa patologia, con il multiforme corredo sintomatologico che ne sussegue: «C’è chi tiene la madre anziana fuori in balcone per i 90 minuti».
Un argomento così interessante da catturare addirittura l’attenzione di un professore, “O' prufessor”, che decide di sistemarsi in un bar e ascoltare i racconti dei clienti per poi stilare una vera e propria “fenomenologia del tifoso”.
Maurizio de Giovanni, in una recente intervista, ha definito Napoli unica città sudamericana d’Italia. Noi aggiungiamo che Il resto della settimana è un vero romanzo sudamericano e che nessun altro, dopo Eduardo Galeano, aveva saputo raccontare il calcio in questo modo: una sintesi perfetta tra mito, religione e poesia. Ed ora, come cantano gli Almamegretta, caro de Giovanni me ‘mbriaco ogni vota d’azzurro cu’ tte.
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