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Anno edizione: 2011
Anno edizione: 2022
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I libri di Friot (Il mio mondo a testa in giù e La mia famiglia e altri disastri) hanno anzitutto il pregio di essere fatti di raccontini brevi, due paginette, genere oggi trascurato anche dagli editori e che invece ha sempre rappresentato un convincente invito per lettori riluttanti e di corta durata. Maestro in questo è Rodari, di cui non a caso in Francia è traduttore Friot, il quale, intervistato su quale sia stato per lui il libro fondamentale, ha risposto senza esitare: Grammatica della fantasia. Naturalmente fra i due è passato e cambiato un universo di riferimenti adulto e infantile. Quanto il mondo e le favole dell'italiano erano pieni di speranza e utopia, tanto i racconti del francese fanno perno su bambini che si specchiano in adulti nei quali prevale il disincanto: è difficile cambiare qualcosa, meglio adattarsi alla meglio. Anche l'apparente crudeltà dei bambini è una forma di adattamento, un'arma di difesa. Friot appare spesso più vicino all'umorismo sulfureo di Dahl e Saki, tuttavia la lezione rodariana emerge nell'immaginazione spiazzante, nei finali fulminanti, nell'ironia sdrammatizzante, nelle situazioni surreali. Dove ci sono la "cattiveria" di chi deve difendersi dalle ingiustizie e dalle incomprensioni dei grandi che non ascoltano (così i genitori sono schiacciati dal piccolo mutatosi in cingolato e la nonna trasformata in lampione) e l'ironia del bambino che ne costruisce uno "perfetto" da regalare ai genitori a Natale, ma anche la fragilità della mamma che ha paura del temporale e va nel letto del figlio, la solitudine che cerca risarcimento nell'amico immaginario, l'ottimismo dell'amicizia tra un ragazzino svedese e una coetanea nigeriana, piccole storie e grandi sentimenti struggenti, teneri, surreali, sempre divertenti anche con un pizzico di amarezza. È davvero vario e istruttivo per gli adulti il mondo guardato dal basso o a testa in giù. Da otto anni.
Fernando Rotondo
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