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Anno edizione: 2006
Anno edizione: 2020
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Il libro ha un linguaggio colloquiale, si svela tutto nell'introduzione: la scrittrice ha personalmente problemi col lato maschile, quindi e' in conflitto sia con Carl Gustav Jung sia col suo proprio marito. Indipendentemente se si condivide o meno il punto di vista femminista come interpretazione del mondo, questo e' il principale punto di vista utilizzato dall'autrice, a cui piega qualsiasi cosa le passi sottomano. L'autrice liquida in modo spicciolo studiose, archeologhe che hanno impiegato anni a studiare antiche culture e a cercarne di interpretare in modo storico il significato dei reperti archeologici, delle simbologie. A volte cita frasi come "da una prospettiva storica" senza dare conto di quali autori, teorie e interpretazioni si riferisca. In sintesi questo volume e' scarsamente basato sulla storia, o sull'antropologia, su una seria metodologia, e inoltre si interpretano realta' antiche dall'alto della nostra contemporaneita', quindi non rende giustizia nemmeno agli antichi. Pur rispettando che ognuno abbia la propria esperienza, la propria interpretazione del mondo, pretendere da qui di farne una teoria valida universalmente, e' appunto pretenzioso. Se poi per giustificare questa operazione si fa riferimento a visioni sciamaniche e rivelazioni mistiche non credo sia corretto. Se avesse scritto questo volume come suo diario personale credo che avrebbe potuto essere un inquadramento migliore. Assomiglia di piu' ad un flusso di coscienza di qualcuno che passa da una lettura, all'altra, ad un esperienza e cerca un significato in tutto questo. Per fare un esempio nel cap 5 citazione "Solo nei paesi industrializzati abbiamo dimenticato come sognare e come avere rispetto per i sogni ed ascoltarli" l'autrice non cita ne' Freud ne' Jung, come se non fossero importanti in questo campo. Questo e' solo un esempio di quali errori grossolani e "sviste" ci sono nel libro. Visto il contesto rimane difficile filtrare la validita' di altre rivelazioni dell'autrice.
Vicki Noble apre gli occhi sulla vera natura femminile
Un libro che tenta di riaprire le strade verso la sacralità del corpo femminile, purtroppo con non troppi risultati. Testo in grande ad occupare più spazio del necessario, frasi ripetute più e più volte , qualche banalità disseminata. Non certo alla stregua di capolavori quali "Donne che corrono coi lupi" io non ve lo consiglio. Non sarà certo il peggiore del suo genere, ma di certo si poteva fare a meno di comprarlo.
Recensioni
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