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Attraverso il racconto della rivalità tra cinque coppie di donne, Paola Calvetti ci parla di un'epoca in cui il genio femminile era osteggiato, deriso o guardato con sospetto. Ma trionfò comunque.
La solidarietà femminile può essere una straordinaria forza trainante, una complice ideale del talento e una spinta verso i vertici della professione. Ma la rivalità, unita a una buona dose di narcisismo, può cambiare il corso della Storia. Questo raccontano le vite di dieci donne straordinarie che, tra la fine dell'Ottocento e la metà del Novecento, si sono confrontate in segreto o a viso aperto e, per affermarsi, non solo hanno sfidato le norme sociali, ma si sono combattute l'un l'altra, lasciando un segno indelebile nell'industria, nella moda, nello spettacolo e nel giornalismo. Avversarie? Nemiche? Nei loro rispettivi campi assolutamente sì. Dal palcoscenico dei più prestigiosi teatri del mondo l'eterea Eleonora Duse e la «divina» Sarah Bernhardt, alimentate dalla critica e dal pubblico che esaltano ora la dolcezza misteriosa dell'una, ora l'incomparabile capacità dell'altra di «essere» le eroine che interpreta, vivono per anni un antagonismo che al loro primo incontro sfocia in una vera e propria collisione. Sulle passerelle internazionali, la contesa fra il rigore formale di Coco Chanel e le mise sgargianti di Elsa Schiaparelli le vede creatrici di quello stile unico e rivoluzionario che ha plasmato la donna del Novecento. A colpi di rossetti e creme si gioca invece la sfida tra Helena Rubinstein ed Elizabeth Arden, imprenditrici geniali, pioniere di una bellezza egualitaria, nonché protagoniste di una delle più grandi faide imprenditoriali del Ventesimo secolo. Volano battute al vetriolo – la parola è la loro arma migliore – fra Hedda Hopper e Louella Parsons, fino alla fine degli anni Cinquanta regine del gossip che dettano legge a Hollywood quando in America le donne sono ancora considerate cittadine di serie B. Nemmeno le sorelle Joan Fontaine e Olivia de Havilland sfuggono alle loro penne avvelenate, soprattutto quando l'antico odio che le unisce-separa diviene di dominio pubblico in occasione della cerimonia in cui si contendono l'Oscar nel 1942. Con eleganza e ironia, ma senza nascondere un sentimento di autentica partecipazione, Paola Calvetti intreccia le biografie di queste cinque coppie di pioniere che, grazie alla caparbietà e a uno strepitoso intuito visionario, hanno trasformato la rivalità in uno stimolo al successo, diventando fonti d'ispirazione per le donne di tutto il mondo. E come in un gioco di specchi, seguendo il filo che lega le loro vite, ci racconta un'epoca in cui il genio femminile era osteggiato, deriso o guardato con sospetto. Ma trionfò comunque.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Splendido libro che ho gustato pagina per pagina e le fonti,sono citate a fine libro,non come quelle di Mirella Serri che non si sa da dove le abbia prese!!!!
E’ mia abitudine andare a rilento con la lettura, quando un libro mi emoziona e mi rende felice di leggerlo. Così è stato per l’ultima fatica di una delle mie scrittrici preferite in assoluto : Paola Calvetti e il suo ”Le Rivali” ed. Mondadori. Dieci storie per dieci donne, due per ogni capitolo. Due come antagoniste…due come rivali in quanto donne di successo in contemporanea. Sono pagine interessanti, mini biografie e curiosità che raccontano la vita, il periodo storico, i sogni delle protagoniste, la fatica per renderli reali, il successo, l’antagonismo con ”quell’altra”, la decadenza e il fatidico adieu al mondo, rendendole dei miti: immortali. Donne che hanno lasciato la loro impronta importantissima nel mondo della moda, teatro, cosmetica, giornalismo, cinema. La loro marcata rivalità, è servita a renderle ancora di più competitive nel bene o nel male, fino al raggiungimento dei loro scopi. Il fine giustifica i mezzi … il fine in questo caso è stato il voler combattere usando tutte le strategie possibili ed immaginabili per poter primeggiare a tutti i costi sulla adorata nemica/amica. Si ride, si riflette , ci si entusisama, la scrittrice rende la lettura affascinante e il libro risulta tremendamente bello, diretto, pulito, con la sola pecca che abbia una fine. E non potendo fare a meno di identificarmi in quello che ho letto …ecco; mi sono sentito : Eleonora Duse, Elsa Schiaparelli, Helena Rubinstein, Louella Parson e Joan Fontaine… (non chiedetemi il perché : leggetelo ☺ )
L’idea di mettere a confronto donne che hanno saputo emergere in vari campi, quali lo spettacolo, la moda, la cosmesi e il giornalismo, era molto buona ed interessante. Mi aspettavo che venisse narrata la storia dell’una e poi quella dell’altra ma la scelta narrativa è stata diversa, ovvero si è scelto di intrecciare spezzoni delle due storie ma senza rispettare nemmeno una linea temporale. Molto spesso si tornava indietro nel tempo anche di molti anni e questo mi faceva perdere il filo del discorso perché stavo leggendo di una donna anziana e, improvvisamente, mi trovavo a seguire le vicende di una ragazza, che magari era l’antagonista. Per cui non è stata una lettura semplice e scorrevole, per quanto il testo sia ben scritto e quasi privo di refusi, e la cosa mi ha disturbata molto. Altra cosa disturbante è stato il mettere in luce prevalentemente gli aspetti negativi delle protagoniste. Quasi a dire che se una donna voleva emergere doveva per forza essere estremamente competitiva e senza scrupoli nei confronti delle concorrenti. Non è forse lo stesso per gli uomini? A mio parere sarebbe stata una scelta più apprezzata tentare di evidenziare quelli che erano i condizionamenti sociali a cui quelle donne avevano saputo sottrarsi. In un caso particolare sono rimasta molto male per quello che stavo leggendo a proposito della giornalista Louella Parsons definita “un fossile vivente dell’età dell’oro Hollywoodiana” che seppur anziana “esce ogni sera, ingioiellata e traballante come una imperatrice detronizzata, lasciando dietro di lei, che soffre di incontinenza, odore di urina” e ancora “afflitta dalla dentiera, sorride con un terribile ghigno”. Ecco mi sono chiesta se era davvero necessario scrivere queste cose. Come se il decadimento fisico legato all’età fosse una cosa di cui vergognarsi e da tenere nascosto. ..... continua sul blog.
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