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Nel terzo episodio della saga dedicata alle indagini del maggiore dei Regi Carabinieri Aldo Morosini, ritroviamo il protagonista dedito alla scorta di una missione archeologica tedesca impegnata negli scavi per il recupero della mummia di Caléb, re di Axum, la mitica città etiope che il profeta Mani citava come capitale di uno dei grandi imperi dell’antichità insieme a Roma, alla Cina e alla Persia. Tuttavia, nel corso della spedizione, il sagace investigatore realizzerà come gli scienziati siano in realtà membri delle SS in missione per conto della Ahnenerbe e della Thule-Gesellschaft, due associazioni esoteriche segrete direttamente legate a Hitler, aventi lo scopo di reperire elementi utili per la propaganda razziale nazista, e come la loro attività sia contrastata dai patriottici monaci copti axumiti, responsabili di un crudele omicidio a Massaua. La trama di questo nuovo capitolo delle avventure africane di Morosini vede ridotta la componente poliziesco-investigativa a favore di una commistione di generi che spazia dall’elemento spionistico-politico, a quello bellico, a quello avventuroso di ambientazione esotico-coloniale, con suggestioni letterarie, cinematografiche e fumettistiche che spaziano da «I predatori dell’arca perduta», a «Il nome della rosa», ai romanzi salgariani, fino alle imprese di Cino e Franco, Tintin, Corto Maltese. Si assiste inoltre all’inserimento dei camei di alcuni personaggi ‘storici’ (Hugo Pratt, Filippo Tommaso Marinetti, Amedeo Guillet), i quali, tuttavia, essendo sostanzialmente avulsi dallo svolgimento complessivo del plot, appaiono questa volta, a differenza del generale Graziani, che in «Una donna di troppo» costituiva una presenza coerente e giustificata, come un semplice divertissement dell’autore. Al pari che nei due romanzi precedenti, l’ingrediente che avvince in maggior misura è costituto dalla gustosa ambientazione africana, che si palesa immediatamente come il prodotto di un’accurata opera di documentazione. Consigliato.
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