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L'iniziativa torinese promossa dal Centro regionale universitario per la danza "Bella Hutter", in collaborazione con Torinodanza e il Balletto dell'Esperia e con il patrocinio della Regione Piemonte, che vedeva protagonista Sara Acquarone con un convegno e con lo spettacolo Sara, Signora dell'Avanguardia nel marzo 2008, si conclude con la pubblicazione di questo volume che ne raccoglie gli interventi all'interno della collana "Tracce di Tersicore", già attenta con i precedenti studi agli sviluppi della danza italiana.
Coetanea della più nota Giannina Censi, la coreografa e pedagoga Sara Acquarone (1914-2005) è figura assai interessante della danza del nostro paese, dove tuttavia non è ancora molto conosciuta. La modernità di questa artista assolutamente poliedrica sia nella formazione, che nel metodo e nelle sue creazioni risiede nella concezione dello spettacolo come progetto di collaborazione fra arti diverse e nel sentire e dare voce a una corporeità tutta nuova, espressione di un'identità femminile che si fa soggetto, come ben sottolinea il curatore nell'introduzione.
Cresciuta nell'ambiente stimolante della scuola di Bella Hutter, dove ha imparato a lavorare su una ricerca che parte dall'interiorità, con una vasta cultura e un diploma al conservatorio, negli anni cinquanta Sara Acquarone dava vita al Gruppo di Danza di Torino, sottotitolato Complesso da Camera, e al suo Teatro di Movimento, per lo più astratto, antinarrativo, ma non per questo meno emozionale e drammatico.
Più che essere una monografia interamente dedicata all'artista, il corposo volume affianca saggi che delineano la figura e il sostrato culturale di Sara Acquarone (Vittoria Doglio, Valentina Petrosino, Giulia Martinetto) o che ne definiscono la personalità attraverso il confronto con coreografi come Alwin Nikolais (Francesca Pedroni, Claudia Allasia) ad altri che invece mettono in luce il contesto artistico-culturale coevo di paesi europei quali la Francia (Mattia Scarpulla), le due Germanie (Susanne Franco), la Spagna (Beatriz Martínez del Fresno), il Belgio (Chiara Castellazzi). Completano il libro le utili indicazioni di Paola Grassi Reverdini sulla biblioteca di Sara Acquarone conservata nel fondo a suo nome nella biblioteca Andrea della Corte di Torino, una dettagliata cronologia artistica di Alessandro Pontremoli, fotografie e testimonianze di alcuni suoi allievi. Dalle parole di Fernanda Unia, in particolare, viene fuori il tentativo di analizzare l'opera coreografica della maestra, aspetto questo meno esplorato; attraverso i vari saggi emergono comunque i dati biografici, la formazione eclettica dell'artista e, in un modo forse un po' essenziale, i principi coreografici e le linee del suo metodo, l'assoluta importanza data alla musica come musa ispiratrice nel processo creativo, la vena innovativa nell'utilizzo di musiche elettroniche e nella collaborazione con artisti e scenografi d'eccezione, elementi che confermano l'apertura della coreografa alla sperimentazione. Basterà qui ricordare le composizioni musicali di Edgard Varèse per le sue coreografie più conosciute, Arcano (1958), Dialogo (1960) e Dynamisme Ensembliste (1962), quest'ultimo con le scenografie del pittore Franco Assetto.
Il volume lascia il desiderio di approfondire il lavoro della coreografa torinese anche attraverso il suo Invito alla coreografia pubblicato a Torino nel 1991 e una serie di articoli su "Les Saisons de la Danse" che dimostrano anche come sia stata maggiormente apprezzata in Francia, dove tra l'altro proprio il grande Serge Lifar le aveva assegnato nel 1955 il prestigioso Prix d'Honneur.
Annamaria Corea
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