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In questo saggio dalla forte inclinazione apologetica, opera della curatrice degli ultimi studi di François Furet, nonché firma del "Foglio" e corrispondente da Parigi del Tg5 durante la campagna per le presidenziali, Nicolas Sarkozy assume le sembianze di un Napoleone della democrazia. Grande estimatore di Georges Mandel e Charles de Gaulle, il presidente ha saputo unire intorno a sé le diverse anime della destra francese, rivendicando audacemente il primato della politica e la necessità di una rupture su tutti i fronti, che Marina Valensise definisce una "liberazione antilibertaria". A giudizio dell'autrice, questo "liberale a geometria variabile", che osa, da destra, riprendere le idee di Tony Blair (per la verità difficilmente collocabili a sinistra), ha tutte le carte in regola per affermarsi come la grande figura della "politica postmoderna e postideologica": duttile, simpatico, un po' americano, "mago dei media", avrebbe avviato nello stile della politica, e forse anche nei rapporti tra i cittadini francesi, nientemeno che una "rivoluzione sentimentale". Aggiunge Valensise che perfino il "movimento rotatorio-ondulatorio" della camminata di Sarkozy sembra il riflesso di quell'energia rigeneratrice discesa come una benedizione sulla Francia in crisi. Come poteva quindi tenergli testa Ségolène Royal, qui presentata come la "Madonna dei sondaggi", che con il suo "sorriso di donna a 32 carati" copriva, in realtà, il "vuoto di idee e l'improvvisazione" delle sinistre e di una "generazione di smidollati" (gli eredi del Sessantotto)? Il volume, dedicato a Giuliano Ferrara, merita di esser letto per il vivace stile di scrittura e il racconto di una lenta ma inarrestabile ascesa. Daniele Rocca
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