L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Promo attive (1)
«Con Lo scherzo, il "tono" di Kundera è già nato splendidamente: quel dono di unire la rabbia e il gioco, l'odio e la tenerezza, la solidità e il capriccio, la disperazione e la melodia, il nichilismo e il sogno... Quello che non finisce di avvincerci è la fluidità: il dono supremo del narratore. Questa fluidità nasce da una totale dedizione ed effusione del corpo, della mente e dell'anima: incanta e conquista il Tempo, il Tempo della narrazione e del mondo, dove si installa come signore; e di lì, dal cuore stesso del tempo, si rivolge ad ognuno di noi, come diceva Tolstoj, per "contagiarci", come se ciascuno di noi fosse il più fraterno dei complici». - Pietro Citati
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Alcuni mesi fa sedevo a Firenze ascoltando Crescenzi e Piperno discettare di questioni kafkiane, quando d'un tratto l'esimio traduttore - attuale curatore dei Meridiani di Kafka, di prossima pubblicazione -, sentì il bisogno di interrompere bruscamente il nodo del discorso per consigliare, senza mezzi termini, la lettura di questo romanzo di Kundera. Dalla pacata sobrietà di uno studioso è raro ascoltare consigli spassionati ed entusiastici: motivo per cui mi sono fiondato a leggere "Lo scherzo". Mi sono accorto subito, fin dalle prime righe - "così, dopo molti anni, mi ritrovai a casa", incipit burlesco che sembra far reagire le prime righe di Moby Dick con quelle di Proust, simulando la ripresa di un tema abbandonato - che il romanzo in questione aveva tutte le stimmate del capolavoro. Ci troviamo di fronte ad un romanzo polifonico ma al tempo stesso estremamente lirico e intimo, dove Kundera, nell'alter ego di Ludvik, fa i conti con una intera generazione perduta, travolta dalla storia: "noi volevamo salvare il mondo. In realtà, col nostro messianismo, c'è mancato poco che non lo distruggessimo, il mondo. Forse loro, col loro egoismo, lo salveranno". L'epilogo finale è un capolavoro di sensibilità artistica.
Mi ha stupito ed affascinato ancora una volta. Questo libro racconta di tutto:cultura,amore,politica,amicizia,religione Assolutamente meraviglioso. .
L’ho riletto dopo quasi trent’anni e trovo il romanzo ancora molto bello. Come la vita sia assolutamente instabile ed incerta. Una battuta, uno scherzo appunto, dà il via ad una brusca sterzata nell’esistenza di Ludvìk, rendendola drammatica. Anche quando Ludvìk cerca una rivincita per amore o per vendetta emerge sempre un motivo o più di uno per cui la vita debba prendere sempre la strada sbagliata. I libri di Kundera sono sempre molto originali e fanno respirare a pieno il periodo storico in cui essi sono ambientati. Qui la Cecoslovacchia dei primi anni 60.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
(scheda pubblicata per l'edizione del 1986)
scheda di Bardi, M., L'Indice 1986, n. 7
È un peccato che " Lo scherzo " (pubblicato nel 1967, apparso in Italia a cura di Mondadori nel '69, l'anno del suo ritiro in Cecoslovacchia) non colga di sorpresa il lettore, che anzi ha forse l'impressione di essere investito da una tempesta di opere di Kundera, scatenata dal fulmine a ciel sereno del successo estivo de " L'insostenibile leggerezza dell'essere ". Ma poiché " Lo scherzo ", opera giovanile dell'autore ceco, racconta l'esperienza tutt'altro che lieve dell'espulsione dal partito e del lavoro in miniera di Ludvik, studente universitario, la memoria corre, piuttosto che al più recente romanzo, a " Il libro del riso e dell'oblio " (1978), a vicende segnate dal dolore per la perdita della libertà e di quell'atteggiamento definito "lirico" che è la molla dell'adesione a un'ideologia onnicomprensiva e al mito del progresso. È ancora un personaggio femminile, Markéta, a rivestire questo ruolo di ortodossia politica ed è significativo il fatto che il rovescio di fortuna di Ludvik dipenda dalla battuta di una cartolina spedita a lei: l'ottimismo socialista ha un sorriso stereotipato e non ammette gioco, ironia, critica. L'autore fa mostra della sua già nota abilità nei trapassi temporali e nell'incastro delle situazioni, ma tale maestria si fonde con uno spirito ancora estraneo al libero estro parigino ed è invece traboccante del malumore poi esploso nella Primavera, che fece dire allo stesso Kundera: "Che festa fu, che carnevale!".
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore