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La Poesia nel Suo tempo migliore. E Massimo Sannelli s'illumina d'immenso.
Un libro coraggioso. Strano. Inquietante. Un'accusa alla poesia, e una dichiarazione d'amore ad un tipo di poesia che fa paura (dove la dedizione si unisce al bushido). "Io non sono la poesia" significa ciò che dice e esattamente il contrario. Fra Busi e il prete (spretato), fra Celan e Carmelo Bene; perché tutto è in tutto, ma le scorie sono scorie. Chiaro: Massimo Sannelli non insegna per niente a scrivere poesia. Ma: insegna a buttarne via molta, a partire dalla propria; e: insegna un assurdo "gettare il corpo nella lotta" - anche se una lotta linguistica è solo un palliativo, e Massimo lo sa. Infine: un libro scritto veramente *in italiano* secondo un *numero* antico-moderno (vedi la prefazione di D'Annunzio al Trionfo della Morte: il buon ritmo italiano si cerca nel Medioevo). Il lavoro di una strana, inquieta, macchina attoriale, incontenibile...
È un libro così ricco che non si può sorvolare. Esige un'attenta lettura. Un soliloquio? Un monologo? No. Perché Massimo Sannelli parla a ruota libera e scrive in tono colloquiale, e il lettore è talmente coinvolto dalla fluidità dei concetti espressi che partecipa, assentendo o comunque intervenendo col suo parere. Così nasce un dialogo a porte chiuse tra l'autore e il lettore, che col suo libro "Scuola di poesia" diventa parte attiva dei contenuti, nel silenzio, tra le pagine che gli scorrono sotto gli occhi. Quel silenzio che sa di attenta riflessione e non di mute parole. Ha una sua originalità questo libro: il contenuto complesso, che si dispiega in 100 e più pagine, proposto a mo' di conversazione. La caratura di Massimo è notevole, e per corposità, e per quella naturalezza che lo rende amabile. E si snoda in più punti con concetti stimolanti: la poesia deve essere sofferta sennò non è nulla; il potere della parola. La parola che si impone, ma nello stesso tempo è vulnerabile perché esposta; non cedere al vincolo della poesia, come dire: la poesia a tutti i costi, cercando smaniosamente rime, consonanze, assonanze?; non tutta la poesia è in versi, un modus vivendi è già poesia. La musica imperversa in questo libro, traslata nella poesia. Perché Massimo Sannelli è eclettico, e infatti è anche musicologo.E tutto si svolge in perfetta aderenza al Sannelli, che, non trascurando di suggerire alcuni autori in lettura, ci ricorda che "poca poesia può urtare l'anima". Poesia intesa in senso lato? stupendo passaggio.
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