L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (1)
Si possono condensare in meno di cento pagine i principali problemi della scuola italiana, per individuare future linee di ricerca, per far riflettere insegnanti e dirigenti, ma anche per divulgare alcune questioni centrali ai non addetti ai lavori? Questa è la sfida che si pongono gli autori di questo agile libretto, individuando otto parole chiave che vanno a costituire l'ossatura del testo: disuguaglianze, (sotto)apprendimenti, disparità, risorse, (dis)organizzazione, identità, apatia e insegnanti. La lettura di questi termini già evidenzia l'orientamento di chi scrive il testo, che con coraggio e chiarezza rara di questi tempi viene esplicitato: "Il nostro approccio presuppone l'idea che la scuola debba essere pubblica, laica e democratica". Questa "faziosità", del resto, trova origine anche nel fatto che gli autori sono o sono stati a lungo insegnanti; la scuola e i suoi problemi vengono analizzati con un punto di vista prettamente "interno". Il punto di forza del libro sta proprio in questa prospettiva, al contempo interna e analitica, capace di differenziarlo dalle usuali ricerche sulla scuola, dalla divulgazione giornalistica, ma anche dalle narrazioni biografiche degli insegnanti.
Ciascun capitolo sviluppa in meno di dieci pagine la tematica che gli dà il titolo, mescolando con abilità concetti tratti dalla letteratura sociologica, pedagogica ed economica, dati da indagini quantitative (grande spazio è dato ai risultati delle indagini pisa) e riflessioni che muovono dall'esperienza di insegnamento e di ricerca degli autori.
L'obiettivo ambizioso sembra quindi in buona misura raggiunto: si suggeriscono ai ricercatori indirizzi concreti di ricerca, che bene potrebbero integrare i tradizionali filoni di analisi accademica; si mette a disposizione di chi lavora nella scuola un ricco armamentario di concetti, dati e riflessioni da sviluppare nel confronto quotidiano e si consente ai profani di farsi un'idea abbastanza ampia della scuola secondaria di secondo grado in Italia. Il testo potrebbe essere molto utile anche ad altre due categorie di lettori: laureandi o dottorandi, interessati a individuare temi sulla scuola da sviluppare nelle loro tesi, e giornalisti, che troppo spesso rappresentano il mondo scolastico in modo stereotipo e superficiale.
Ovviamente anche questo lavoro non è esente da limiti, ad esempio per gli studiosi i riferimenti alla letteratura risulteranno inevitabilmente parziali, così come in alcuni passaggi l'impiego dei dati a sostegno delle argomentazioni degli autori. Difetti minori, tra i quali, però, uno spicca perchè più consistente. In due casi, la scrittura del testo a opera di soli insegnanti finisce infatti per generare una marcata unilateralità. Nel capitolo sulle risorse si insiste molto (e giustamente) sulla carenza di finanziamento e sui tagli di bilancio, senza però nemmeno nominare la presenza di sprechi nella scuola. Similmente, nel capitolo relativo alla valutazione degli insegnanti, si sviluppa un articolato ragionamento sulle difficoltà esistenti nell'attuare questa operazione se si vuole che abbia effettivamente ricadute positive sul sistema scolastico, arrivando però a proporre una versione residuale della stessa: "Come intervenire per evitare i disastri e supportare i docenti in difficoltà".
Nonostante ciò, siamo convinti che la scuola abbia bisogno di insegnanti con una così forte capacità di auto-riflessione analitica e che la ricerca sulla scuola abbia bisogno di ricercatori così concreti e direttamente immersi nel loro oggetto di studio.
Gianluca Argentin
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore