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Anno edizione: 2022
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«Il destino gioca spesso tiri crudeli e incomprensibili, pensò Berté, e sceglie in modo dissennato... Ma spesso il destino ha una faccia, una buona vista e sa sparare... In questo caso, il destino lo puoi fottere.»
Poche righe per un annuncio terribile: ucciderò. Nessuna firma, nessun'altra indicazione. La lettera anonima è indirizzata a La posta del cuore, il blog creato dalla Marzia, e recapitata alla sua pensione Aurora di Lungariva. Non si tratta del delirio di un mitomane, come sperava il vicequestore aggiunto Luigi Berté, perché alcune ore dopo il messaggio, arriva la prima vittima. E, nei giorni a venire, preceduti da enigmatiche e provocatorie missive, seguiranno altri omicidi, eseguiti in modo impeccabile: un colpo di fucile di precisione dritto in testa. Le vittime in apparenza non hanno legami tra loro, e lasciano tre vedovi disperati, ma reticenti sul loro passato. Insospettito da questa omertà e traendo ispirazione da un classico del noir, Berté approda a una ricostruzione originale, quasi romanzesca della vicenda, lottando contro lo scetticismo della sua squadra. Ma accanto a questa ipotesi affiora un'altra possibile soluzione, folle e urticante, come chi l'ha ideata... In tutto ciò, qual è il coinvolgimento della Marzia? Perché l'assassino ha scritto proprio a lei? si domanda Berté, esacerbato dal fatto che il loro rapporto sembra incrinarsi per la tensione a cui sono sottoposti. Unica certezza: la sfida è lanciata e Berté non può né intende ignorarla, anche a costo di mettere in discussione la sua fiducia nella Giustizia.
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Emilio Martini ancora una volta ci regala una bella indagine. Le due sorelle che, sotto tale pseudonimo, hanno dato vita al Commissariato di Lungariva ed la suo capo Gigi Bertè, mi hanno tenuto compagnia ancora una volta senza deludermi. L'indagine mi ha tenuta col fiato sospeso fino alla sua conclusione...devo dire inaspettata ma congegnata come sempre in modo impeccabile. Ora aspetto la prossima. Con lo sfondo del paese ligure, la pensione/ristorante/trattoria della Marzia. E i poliziotti che così umanamente sopportano e supportano il gigante buono. Consigliatissimo
Non ricordo libri con recensioni così completamente diverse.. Sarà che a me piace molto il vice questore aggiunto Bertè, ma ho apprezzato e molto anche questo ultimo lavoro. Apprezzo poi la citazione di un grande del poliziesco americano, Cornell Woolrich, quando Bertè pensa di aver scoperto il nesso fra i morti: i loro vedovi vent'anni prima si erano conosciuti in una circostanza drammatica in Nepal e Bertè era convinto che qualcuno, come Woolrich, volesse punire non gli autori, ma i loro innamorati.
Ho letto tutti i libri del commissario Bertè, aspetto con ansia la prossima avventura, ma questo proprio non mi è piaciuto. Storia inutilmente ingarbugliata che non sta in piedi. Grande delusione
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