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Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2017
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Una scrittura veloce che non stanca quasi mai. L'interesse rimane vivo su pagine e pagine. Certo, il libro ha una durata importante e lo scendere così a fondo e nei dettagli in alcuni passaggi annoia. Molto interessante l'analisi della personalità di Phil Jackson che nella biografia su Jordan non avevo percepito così spigoloso, manipolatore e stratega. Il suo rapporto con Bryant ha sempre viaggiato su meccanismi davvero delicati. Ammirevole l'etica quotidiana del lavoro di Bryant. La sua sicurezza, l'arroganza e la strafottenza che travolge tutto e tutti sembrano passaggi inevitabili per diventare un campione. Bel libro.
SIC TRANSIT GLOPRIA MUNDI. LA VERA STORIA DEL MAMBA.
Recensioni
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Tutti i limiti di Kobe Bryant
Tra le nebbie dei sigari della vittoria e le sedute solitarie in palestra, a confliggere con se stesso e i propri limiti, risiedono mille diversi Kobe Bryant. Li racconta un gigante dello sportswriting, Roland Lazenby, che, dopo Micheal Jordan, torna a sezionare un campione e un uomo complesso. Il paragone con sua maestà rimane sullo sfondo, se è vero che, come spiega lo psicologo George Mumford, che ha lavorato con entrambi, “è la loro inattaccabile sicurezza di sé a collocarli in una categoria a parte”.
Kobe è allo stesso tempo Showboat, il “fenomeno”, dall’odiato soprannome dell’odiato Shaquille O’Neal, e il Black Mamba, che lui stesso si scelse dopo le accuse di stupro. Lazenby racconta il Bryant privato e quello fin troppo pubblico, la simbiosi con papà Jellybean, l’infanzia a Reggio Calabria (“con un clima tipo San Diego”). I dubbi del draft del ’96, Phila e l’amore, ricambiato, per L.A., lo spogliatoio dei Lakers.
“Era il più grande, non fosse così stronzo”, ha detto un anonimo compagno. A un anno dal suo (estenuante) addio al basket, è tempo di affrontare la legacy del “personaggio più polarizzante dello sport USA”. Questa monumentale biografia, dove le luci della leggenda non coprono le ombre, è un buon viatico per farlo.
Recensione di Dario Falcini
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